La Nuova Sardegna

Gli 007 del Fisco in Costa Smeralda

di Luca Rojch
Gli 007 del Fisco in Costa Smeralda

Ispettori dell’Agenzia delle Entrate controllano 14 attività legate al turismo La guardia di finanza monitora i “temporary store” aperti due mesi all’anno

05 agosto 2013
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OLBIA. Calcolatrice e tesserino, armi di terrore nelle mani degli 007 del ministero. Bastano per seminare il panico nelle notti di Porto Cervo e Porto Rotondo. L’indagine sui costi della Costa fa finire nel setaccio del ministero delle Finanze discoteche, ristoranti e attività commerciali. Gli uomini della Agenzia delle entrate si affollano all’ingresso dei locali più lussuosi della Costa Smeralda e di Porto Rotondo. Controlli a tappeto su discoteche, locali, gioiellerie, bar e centri benessere. 14 in tutto tra Porto Cervo e Porto Rotondo in un solo weekend. La task force che prevedeva anche la presenza di alcuni ispettori della Siae, la società che tutela il diritto di autore, ha con discrezione bussato alle porte dei locali. «Nulla di clamoroso», fanno sapere dalla Agenzia delle entrate quasi infastiditi dal caos mediatico. «Più che un blitz, è una normale verifica di come va la stagione. Con la raccolta di dati per capire se le attività sono in ripresa». Gli ispettori dell’Agenzia delle Entrate hanno portato avanti delle verifiche per mettere insieme i dati da confrontare con quelli che sono già all’interno del database del ministero. Numeri che finiranno dentro i cervelloni dell’Agenzia che conta i soldi di chi conta. Nessuno si è accorto delle verifiche che venivano portate avanti durante le serate. E non sono arrivati risultati clamorosi. Tutto in regola per ora. Il controllo è scattato in tutta Italia e fa parte della politica portata avanti dal governo Letta che ha promesso tolleranza zero contro gli evasori. Una operazione scattata nello stesso fine settimana in tutte le località turistiche italiane. La paura inconfessabile per chi fa turismo a stretto contatto con i milionari è che il volto repressivo dello Stato faccia scappare i clienti.

Non solo i locali. Sotto la lente di ingrandimento del ministero è finita una specie in via di estinzione. Il turista. La calma olimpica degli ispettori non rispecchia l’ansia degli anonimi milionari che si materializzano ogni estate in Costa Smeralda. E in un eterno ritorno dell’identico ogni anno si ripresenta la lotta tra controllori e controllati. Gli uomini della Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza cercano di scovare gli evasori. Quelli che dopo un anno passato a mimetizzarsi con i nullatenenti vivono la loro settimana da nababbi tra riflettori e stelline. Un’ incursione in un pianeta per molti irraggiungibile, in cui una bottiglia di champagne ordinata in una delle discoteche più esclusive può costare quanto un’utilitaria, anche più di 10mila euro, e una suite per una notte più di un anno di stipendio di un operaio. 30mila euro. Per molti lo Stato cacciatore di evasori diventa il vero Robin Hood. In un’Italia affamata dalla crisi e costretta a restare in casa e guardare il mare al massimo dal televisore. In tanti avranno provato un inconfessabile piacere nel vedere i milionari finire sotto le lente degli uomini del ministero delle Finanze. Ma non c’è solo l’Agenzia delle entrate. In queste settimane è aumentata anche l’attività della Guardia di finanza. Gli uomini delle fiamme gialle di Olbia, guidati dal comandante Cesare Antuofermo, hanno moltiplicato i controlli nelle attività della Costa Smeralda. La loro attenzione, oltre ai soliti controlli sui locali, si è concentrata sui negozi che aprono per un paio di mesi all’anno. I temporary store. Accendono l’insegna giusto il tempo di fare cassa e fuggono via. Un fenomeno che le Fiamme gialle analizzano con attenzione. Strettissime le verifiche anche sulle concessioni balneari che dal 2012 devono rilasciare fattura o scontrino quando affittano sdraio e ombrellone. Ma la Guardia di finanza ci tiene a mettere in evidenza che non c’è nessun accanimento, né la ricerca del clamore. I controlli vanno avanti da mesi nel massimo silenzio. Diversa la percezione di chi arriva in Sardegna e cerca di trascorrere la propria vacanza tra la villa e lo yacht. Anonimi milionari che non hanno il coraggio di ammetterlo in pubblico, ma a stento sopportano le verifiche sempre più stringenti sulle loro vacanze. Stretti tra il redditometro e i mille controllori che vivisezionano ogni momento della loro villeggiatura. Difficile per loro capire perché un agente del corpo forestale, visto che foreste non ce ne sono, possa fermare uno yacht in mezzo al mare per chiedere i documenti.

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