La Nuova Sardegna

Galtellì

Stato d’emergenza anche in Baronia: «Aiuti immediati»

I primi focolai di febbre catarrale degli ovini nei pascoli della Valle del Cedrino sono stati riscontrati dai veterinari della Asl di Orosei alla fine di luglio in due aziende di Galtellì e la prima...

10 agosto 2013
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I primi focolai di febbre catarrale degli ovini nei pascoli della Valle del Cedrino sono stati riscontrati dai veterinari della Asl di Orosei alla fine di luglio in due aziende di Galtellì e la prima fossa comune per le carcasse delle pecore morte è stata autorizzata dal sindaco Giovani Santo Porcu il 2 agosto. «Ieri mattina abbiamo scavato la terza – dice il primo cittadino – e le aziende coinvolte ora sono decine. II conferimento delle carcasse degli animali uccisi dall'epidemia va avanti con una media di venti capi al giorno e non si interromperà neanche questo fine settimana. Un veterinario della Asl sarà infatti a disposizione degli allevatori anche oggi e domenica per assistere all'interramento delle pecore morte di malattia». Il fronte dell’epidemia si è allargato ai pascoli di Irgoli, Loculi e Onifai. Nei primi due centri della bassa Baronia i sindaci Giovanni Porcu e Vincenzo Secci hanno giù provveduto a scavare le fosse per i capi malati che stanno cominciando a morire. Daniela Satgia, prima cittadina di Onifai, è ancora in attesa della comunicazione ufficiale dall’Asl ma visti i numerosi casi che vengono segnalati anche nel suo paese, da lunedì dovrà adeguarsi all’emergenza. Primi casi di blue tongue si registrano anche nel comparto ovicaprino di Orosei, nell'altopiano tra il paese e Sos Alinos, dove anche se l'epidemia non sembra così virulenta. «Intervenendo prontamente e con una adeguata profilassi pare che la forma virale possa essere contrastata efficacemente e provocare meno perdite – dice il sindaco di Loculi Vincenzo Secci – anche senza fare ricorso a massicce campagne di vaccinazione che possono rivelarsi inutili».(a.f.)

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