La Nuova Sardegna

Vendita della Certosa trattative aperte anche con i russi

di Giampiero Cocco
Vendita della Certosa trattative aperte anche con i russi

Le indiscrezioni sul passaggio a un magnate di Madrid: da palazzo Grazioli i portavoce continuano a smentire

20 agosto 2013
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PORTO ROTONDO. Le bordate estive, sparate nell’etere dal gruppo editoriale spagnolo “Abc” sulla presunta vendita di Villa Certosa ad un magnate madrileno, si sono spente contro il laconico quanto svogliato comunicato di palazzo Grazioli.

«Il compendio portorotondino non è in vendita», hanno fatto sapere i portavoce dell’ex premier Silvio Berlusconi, un uomo alle prese con problemi esistenziali e pratici molto più contingenti della compravendita di uno dei cento manieri che possiede.

Una cessione importante che, dicono i bene informati, è però ferma all’ottobre dello scorso anno, quando gli incaricati dell’Idra immobiliare Spa (la società del gruppo Fininvest che possiede la proprietà della villa di Porto Rotondo, quella di San Martino ad Arcore e una parte del patrimonio immobiliare dell’Olgettina) chiusero un preliminare di vendita con un gruppo finanziario di San Pietroburgo, i cui amministratori sarebbero persone vicine al premier Vladimir Putin, stabilendo in 480 milioni di euro il compenso finale. Il legale dell’ex premier, Nicolo Ghedini, dichiarò non attinenti alla realtà le indiscrezioni di un giornalista che lavora per le House organ della famiglia Berlusconi, il quale diede per effettuata e già ratificata la compravendita del compendio. In effetti il passaggio delle consegne non c’è stato, e il motivo resta ancora avvolto nel mistero. Anche se in tanti affermano che l’impasse sarebbe nato sui valori da attribuire (e quindi da dichiarare all’erario)ai settanta ettari di terreni che circondano ville e dépendance e sui rimanenti trenta ettari suddivisi tra coste e frazioni sui quali grava il vincolo del demanio. Un rebus sul quale stanno ancora lavorando in tanti, per evitare che la tassazione finale sia tale da non rendere appetibile, e quindi conveniente, la cessione. Detto questo il valore dell’intero compendio, statue e giardini compresi, supera di gran lunga quello prettamente catastale o di mercato. «Ma soltanto un amatore potrebbe permettersi un tale investimento», dicono gli immobiliaristi più accorti, quelli che hanno bollato come una panzana le sparate a vuoto del loro collega Alessandro Proto, il finanziare-immobiliarista di Milano candidato alle regionali per il Pdl e finito, lo scorso febbraio, nel carcere di San Vittore per truffa e aggiotaggio nell’ambito dell’inchiesta sulle transazioni di titoli Mps. Uscito di galera, il finanziere avrebbe indicato, al giornale online Abc, che un magnate di Madrid era interessato e prossimo all’acquisto di Villa Certosa. Una freddura sparata in piena estate e sgonfiatasi nel giro di poche ore.

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