La Nuova Sardegna

L’assessore: non sarà come nel 2001, il vaccino è diverso

Simona De Francisci, responsabile della Sanità: «C’è un’unità di crisi al lavoro per affrontare l’emergenza»

22 agosto 2013
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NUORO. «Sì, come assessorato alla Sanità abbiamo notizia di resistenze alla vaccinazione contro la blue tongue. Il problema è che si pensa al vaccino del 2001, che aveva provocato tanti danni. Ma era un prodotto diverso, dettato dall’emergenza, quell’odierno è un vaccino “spento”, senza controindicazioni. Per questo dico che bisogna procedere, e la Regione si sta impegnando a fondo».

Figure specializzate. L’assessore Simona De Francisci risponde così alle obiezioni degli allevatori, almeno di quelli interpellati dalla Nuova, e conferma che il problema esiste, ma va superato ad ogni costo. «Come Regione – continua – ci stiamo muovendo su più fronti. Abbiamo creato un’unità di crisi con figure altamente specializzate che è inserita in un tavolo nazionale. Vista l’emergenza, abbiamo chiesto a tutti i direttori generali delle Asl di organizzare turni anche durante questo periodo estivo per evitare di allentare la tensione su un problema così cruciale. Dicono che i vaccini sono arrivati in ritardo? Noi abbiamo fatto le richieste per tempo, ma trovandoci di fronte a una richiesta enorme è chiaro che erano necessari i tempi tecnici per la produzione. Ma i vaccini stanno arrivando, e i veterinari li stanno somministrando. Concludo dicendo che non abbandoneremo gli allevatori, ma loro devono seguire le indicazioni dell’unità di crisi se vogliamo che il problema si risolva. Altrimenti rischiano di essere sforzi inutili», sottolinea l’assessore regionale alla Sanità.

Le mancate intese. Luigi Lotto, consigliere regionale del Pd, componente della commissione agricoltura, lamenta una mancanza di sinergia tra i due assessorati interessati al problema della lingua blu, cioè Sanità e Agricoltura. «Mi lascia perplesso che a dodici anni dalla prima emergenza non sia stata ancora adottata una strategia comune per fronteggiare un problema così grave, che oggi si somma a un altro dramma delle campagne, qual è la diffusione della peste suina. Il mio non vuol essere un attacco politico, perché la gravità della situazione è tale da superare ogni genere di barriere e necessita di un’azione comune, ma ritengo che sia sbagliato delegare unicamente all’assessorato alla Sanità la soluzione di lingua blu e peste suina. Insomma, così i problemi non si affrontano da un punto di vista complessivo, ed economico, perché di fatto parliamo di una questione economica. Faccio un esempio: forse si sarebbe dovuto vaccinare a giugno, e non oggi, con le pecore gravide che in questo modo rischiano di abortire. Queste e altre indicazioni avrebbe potuto fornirle l’assessorato all’Agricoltura, che invece non è stato coinvolto. Credo che il tema vada affrontato dal punto di vista sanitario, adottando tutte le precauzioni possibili, ma bisogna tenere anche conto delle esigenze degli allevatori: mi pare eccessivo sopprimere tutti i maiali di un’azienda perché un solo capo è risultato positivo alla Psa. Per non parlare del blocco della mobilitazione dei bovini, in quanto portatori del virus della lingua blu. Credo che alla fine a fare le spese di tutto ciò siano gli allevatori, che si sentono abbandonati. Ripeto, il problema a mio avviso nasce dalla mancanza di sinergia tra i due assessorati: di questi problemi non ci si può occupare solo quando scoppia un’epidemia, serve un’azione costante. Certo, ci sono gli indennizzi, ma non si può andare avanti così di volta in volta».

Coldiretti. Forti critiche all’azione della Regione anche dal mondo delle associazioni degli allevatori. «La situazione che si vive in questi giorni negli allevamenti è molto simile a quella di 10 anni fa, quando la blue tongue fece la prima comparsa: oggi però, alla forte preoccupazione per la diffusione del virus, si affianca la consapevolezza per i danni che può causare», dice Battista Cualbu, presidente di Coldiretti, secondo il quale occorre ricorrere oltre che alle vaccinazioni all’utilizzo di un insetticida repellente (Cualbu indica il Butox), come già sperimentato nel 2001, che protegga il bestiame dall’insetto portatore della lingua blu. Gli stessi allevatori potranno applicarlo sugli animali «in maniera capillare e più rapidamente di quanto non possano fare i Servizi veterinari con il proprio personale». Cualbu auspica che l'assessorato alla Sanità garantisca «un percorso di rimborso dei costi a consuntivo». Ma l’assessore De Francisci taglia corto: «Ci sono già gli incentivi». (p.me.)

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