La Nuova Sardegna

«Il Psd’Az parla ora, ma prima dov’era?»

«Il Psd’Az parla ora, ma prima dov’era?»

Critico Sergio Milia, assessore regionale alla Cultura: per la promozione abbiamo stanziato 10 milioni

24 agosto 2013
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SASSARI. Dice che ora tutti stanno inseguendo il treno della limba. «Anche i sardisti, che quando ne avevano la possibilità non hanno mosso un dito. La verità? Gli unici nazionalisti siamo noi, perché abbiamo compiuto atti concreti, niente chiacchiere». Sergio Milia, assessore regionale alla Cultura e pubblica istruzione, esponente dell’Udc, liquida la proposta del Psd’Az come «roba vecchia». Perché «tantissime cose sono già state fatte, altre sono in corso, altre novità arriveranno presto». L’assessore della giunta di centrodestra si sofferma sulla proposta del bilinguismo basata sulla modifica dello Statuto: «Va bene, siamo d’accordo, ma è complicato, perché si tratta di una legge costituzionale». Meglio utilizzare gli strumenti già a disposizione, «che in questi anni hanno consentito di fare tantissimo per la promozione, la tutela e la valorizzazione della lingua sarda in tutte le varianti. Anche per la scuola». Milia ricorda che il prossimo anno scolastico si aprirà «con una novità importantissima, perché il 30 per cento degli studenti che hanno fatto richiesta riceverà insegnamenti in limba». E non nella Lingua comuna «che è di plastica, inesistente, frutto di un compromesso inaccettabile, una lingua che in Sardegna non si parla da nessuna parte», ma in tutte le varianti: «A Sassari i ragazzi potranno imparare il sassarese, molto diverso dal logudorese e dal campidanese, a Carloforte ci sarà il tabarchino, che nulla ha in comune con il gallurese o con il catalano. Così si valorizzano le diverse parlate, così si promuove la valorizzazione della lingua sarda». Dietro le cattedre ci saranno insegnanti formati nei corsi finanziati dalla Regione e dall’Università di Cagliari, «a breve partiranno i corsi dell’Università di Sassari». A disposizione per la scuola ci sono poco più di 500mila euro, inseriti nel piano regionale “per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale immateriale delle varietà linguistiche della Sardegna». Complessivamente, i fondi inseriti in bilancio nel piano triennale 2011-13 ammontano a oltre 10 milioni di euro, «a fronte dei 2 scarsi previsti dalla giunta regionale che ci ha preceduto. Alla quale evidentemente questo tema non era così caro». E altre risorse, dice Milia, saranno stanziate a favore del progetto Scuola digitale, per la realizzazione di contenuti multimediali rigorosamente in limba. (si. sa.)

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