La Nuova Sardegna

Posti letto, i manager Asl presentano otto dossier

di Umberto Aime
Posti letto, i manager Asl presentano otto dossier

Nelle relazioni le proposte di come dovrà essere riorganizzata la rete ospedaliera Gli atti secretati fino a quando non sarà stilato il piano regionale sui risparmi

18 settembre 2013
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CAGLIARI. I manager delle otto Asl il loro compito a casa (li era stato assegnato dalla giunta) lo hanno fatto, Nei tempi stabili, hanno presentato all’assessorato il piano di riordino del sistema regionale, dagli ospedali alle cliniche private, dai posti letto al personale, come previsto dalla legge regionale approvata alla fine del 2012. Gli otto dossier sono da alcuni giorni all’esame degli uffici, chiamati a valutare le proposte di riorganizzazione da parte dei direttori generali. Ma gli stessi dossier – secondo alcune indiscrezioni – sarebbero stati secretati prima di essere pesati con molta attenzione dal team dell’assessorato. La sanità, si sa, da sempre è materia delicata e arriva a scottare, come quest’anno, a ridosso delle elezioni regionali. Dunque, l’assessore Simona De Francisci potrebbe aver deciso di renderli pubblici solo quando sarà chiaro, con la sovrapposizione delle varie proposte, il quadro regionale del sistema sanitario pubblico e privato per i prossimi anni. Qualunque sia il contenuto dei dossier, la riorganizzazione andrà fatta: così prevede l’accordo Stato-Regioni (governo Monti) sul taglio della spesa pubblica e in particolare di quella sanitaria e farmaceutica. Uno dei punti fondamentali di quell’intesa (con una sorta di preamialità a favore delle Regioni più virtuose) riguarda soprattutto il numero dei posti letto. In Sardegna si parte da 6.600 e la riduzione annunciata dovrebbe essere appena superiore al 10 per cento, per ridurre quei costi che oggi da soli pesano il 48 per cento delle entrate della Regione. Ai manager, ecco il compito a casa, la legge e poi la giunta regionale con una delibera in sei punti ha affidato l’onere di individuare, negli otto territori di competenza, quelli che potrebbero essere i risparmi possibili con la rimodulazione dei posti letto, ad esempio sono da evitare le sovrapposizioni che oggi ci sono fra i reparti, e subito dopo con la ridistribuzione del personale. Dunque, agli otto direttori è stato affidato il compito più difficile e gravoso ma incarico da sempre contestato dall’opposizione, che negli otto dossier annunciati e ora depositati ha sempre visto una scorciatoia per scaricare sui tecnici, tra l’altro nominati dalla giunta, l’obbligo della politica di predisporre un vero piano sanitario regionale e non «una serie di sforbiciate alla rinfusa». Sulla stessa posizione ci sono anche i sindacati, che da mesi contestano al centrodestra di aver affidato la riorganizzazione «a chi dovrebbe essere controllato», i manager, e invece all’improvviso «ha fra le mani l’immenso potere di decidere la qualità del servizio in questo o quel territorio». Accuse respinte dalla giunta. In ogni occasione Simona De Francisci ha replicato che sin dall’inizio è stata prevista la preventiva e obbligatoria consultazione delle «realtà locali» per evitare il rischio dello spopolamento sanitario dei territori e questa procedura, stando alle indiscrezioni, sarebbe stata rispettata dai manager. L’altra replica storica dell’assessorato ha riguardato i posti letto: non ci saranno tagli e tanto meno saranno chiusi degli ospedali, è questa la posizione ufficiale della giunta, ma finiranno in stand by solo i posti letto con un tasso di occupazione (l’utilizzo medio in un anno) inferiore al 75 per cento nelle grandi strutture e al 65 in quelle piccole. Ed è proprio questo uno dei segreti contenuto negli otto dossier ancora secretati.

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