La Nuova Sardegna

il corso di sopravvivenza dell’esa

Dallo spazio alla grotta di Su Bentu

di Paolo Merlini
Dallo spazio alla grotta di Su Bentu

Al via l’addestramento di 6 astronauti nelle viscere del Supramonte

21 settembre 2013
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Nell'era dei social network, neppure uomini abituati a mesi di isolamento lontani dal mondo resistono a lanciare un tweet o un post su Facebook, pubblicare una foto su Flickr o un video su YouTube. E così da qualche giorno è possibile conoscere praticamente in diretta ogni fase del progetto Cave 2013, lo speciale addestramento per astronauti provenienti da tutto il mondo che si svolge ormai ogni anno nelle grotte del Supramonte. In realtà non sono proprio i sei astronauti a cliccare su internet, ma gli altri componenti dell'organizzazione complessa messa in piedi dall'Esa, l'European Space Agency, alla quale contribuisce attivamente anche il Soccorso alpino e speleologico della Sardegna. Sbarcati nel centro Sardegna, i protagonisti dell'avventura che li porterà a restare per cinque-sei giorni nelle viscere della terra, diventano cavenauts, termine nato dall'unione di cave (grotta) e astronaut. Tra loro c'è un solo italiano, ma è un nome noto al grande pubblico, il lombardo Paolo Nespoli, oggi 56enne, un veterano della Stazione spaziale internazionale con due lunghissime permanenze (174 e 157 giorni). Accanto a lui troviamo il canadese Jeremy Hansen, vent'anni più giovane, pilota di caccia, esperto di arrampicata e dunque perfettamente a suo agio nelle montagne che si affacciano sulla valle di Lanaitho. Dal Giappone arriva Satoshi Kurukawa, medico e astronauta dal 1999, che vanta anche lui un'ottima permanenza nella Stazione spaziale internazione. È russo invece Aleskei Ovchinin, 42 anni, cosmonauta dal 2006 dopo un passato da istruttore di volo nell'aviazione. Chiudono il gruppo due esperti astronauti della Nasa, gli statunitensi Mike Barratt, che ha trascorso ben 211 giorni nello spazio, e Jack Fischer, selezionato nel ventesimo gruppo di astronauti Usa destinati alle prossime missioni spaziali.

I componenti del progetto Cave 2013 sono arrivati in Sardegna da qualche giorno. Direzione Oliena, e di qui verso la valle di Lanaitho, lo splendido scenario racchiuso tra i versanti olianese e dorgalese del Supramonte nel quale si trovano alcune perle del patrimonio naturalistico e archeologico dell’isola: da qui infatti si raggiungono il villaggio nuragico di Tiscali, la fonte sacra di Sa Sedda ’e sos Carros, le grotte infinite di Sa Oche e Su Bentu, o quella che porta il nome del leggendario bandito Corbeddu. L’Esa ha preso in affitto una delle due strutture ricettive affidate alla Gestur, società di Oliena che cura i servizi in questa parte della vallata. Una scelta, quella di fare base nel rifugio, motivata soprattutto da ragioni di riservatezza e dalla necessità di svolgere in tutta tranquillità le complesse operazioni di preparazione della discesa in grotta. Così, al cronista che intercetta casualmente due componenti del progetto e chiede di incontrare gli astronauti, viene dato il numero dell’ufficio stampa di Cave 2013, con prefisso telefonico olandese. E si decide di soprassedere.

Ci sono i social network, per fortuna, basta digitare esa_caves e accedere così a foto e informazioni sulla spedizione. «Pronti a partire. Ci si rivede tra qualche giorno!», scrivono i componenti di Cave 2013. Nei giorni precedenti (il corso dura in totale due settimane), gli astronauti hanno appreso i rudimenti della speleologia, fatto pratica con corde e nodi, si sono esercitati in arrampicate. Ora arriva la parte più dura dell’esperienza, cinque giorni da soli nelle viscere di una grotta lunga venti chilometri, nel cuore della Sardegna.

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