La Nuova Sardegna

le reazioni in paese

Il sindaco: sono sicuro, non è qui Oggi sopralluogo nel cimitero

di Gian Carlo Bulla
Il sindaco: sono sicuro, non è qui Oggi sopralluogo nel cimitero

ISILI. «Erich Priebke, l’ufficiale delle Ss responsabile nel 1944 dell’uccisione di 335 civili italiani trucidati dai nazisti a Roma per rappresaglia in seguito all’attentato di via Rasella, in cui...

11 novembre 2013
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ISILI. «Erich Priebke, l’ufficiale delle Ss responsabile nel 1944 dell’uccisione di 335 civili italiani trucidati dai nazisti a Roma per rappresaglia in seguito all’attentato di via Rasella, in cui morirono 33 soldati tedeschi, non è sepolto nel cimitero della colonia penale di Isili. Ne sono assolutamente convinto».

Lo sostiene il sindaco del paese del Sarcidano, Orlando Carcangiu. «Le affermazioni di Evelino Loi – dice Carcangiu – sono fantasiose e destituite di ogni minimo fondamento. Mi chiedo come si fa a dare credito ad una persona come lui, con i suoi precedenti. È un’assurdità. Appena ho appreso la notizia, ho contattato Marco Porcu, il direttore della colonia penale, che lo ha escluso nel modo più categorico. Domani (oggi per chi legge - ndr), per puro scrupolo, effettueremo congiuntamente un sopralluogo nel vecchio cimitero, in disuso dai primi anni Cinquanta del secolo scorso, che si trova all’interno dell’area della casa di reclusione delimitata dai fabbricati di servizio che ne costituiscono il perimetro». La colonia penale si trova a una dozzina di chilometri dal centro abitato di Isili. La si raggiunge percorrendo la stessa strada che conduce alla zona industriale di Perde Quaddus.

«La zona è abbastanza frequentata – dice il sindaco Carcangiu –. Eventuali movimenti e la presenza di persone estranee sarebbero stati sicuramente notati. Come uomo mi sento di dire che ogni essere umano che muore ha diritto di essere sepolto. Come sindaco sicuramente, se richiesto, non avrei dato il nulla osta per la sepoltura di un criminale nazista nel territorio del mio comune». Anche il consigliere di minoranza Giuseppe Murtas, che svolge le mansioni di educatore nella colonia penale, ritiene che la notizia sia assurda e del tutto strampalata. «Non ho nessun titolo per parlare e tantomeno per dire è vero o non è vero – dice il consigliere Murtas –. Mi preme però precisare che il cimitero della colonia penale è sconsacrato e che l’ultima sepoltura risale ai primi anni Cinquanta del secolo scorso».

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