La Nuova Sardegna

«Ci sono sindaci che speculano sui soldi dell’emergenza»

di Luciano Piras
«Ci sono sindaci che speculano sui soldi dell’emergenza»

La denuncia parte del primo cittadino di Lodè, Graziano Spanu, che critica la corsa ai fondi ministeriali per l'alluvione: «Così le piccole comunità come la mia rischiano di essere dimenticate da tutti»

27 novembre 2013
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«È chiaro che ci sono sindaci che ci stanno speculando sopra, sindaci sciacalli che sono già in corsa per accaparrarsi soldi a scapito di chi i danni li ha subiti veramente. È vergognoso che certi miei colleghi facciano di tutto pur di mettersi in mostra lasciando così in ombra i problemi veri delle piccole comunità come la nostra, lontane da tutto e da tutti». Graziano Spanu, sindaco di Lodè, ha appena ricevuto una comunicazione da Nuoro: «La strada provinciale 50 Lodè-Mamone non è tra le priorità di intervento». «Non è pensabile – reagisce furioso il primo cittadino –, sfido chiunque a venire qui e ad assumersi la responsabilità di una simile scelta. Sfido il commissario per l’emergenza Giorgio Cicalò a venire qui per vedere con i suoi occhi quanto è successo».

È successo che i venti chilometri di strada realizzata quarantacinque anni fa sono stati divorati dall’alluvione, otto frane lungo il tragitto, un ponte pericolante sul Rio Mannu che alimenta la diga di Torpè, la diramazione Santissima Annunziata della Colonia penale di Mamone isolata dal resto del mondo, le campagne sconvolte, aziende in ginocchio e soprattutto la rete idrica di adduzione principale completamente spazzata via. «Lodè è ancora senza acqua, anche se Abbanoa ha pensato bene di diffondere la notizia che l’erogazione è stata ripristinata: falso, è totalmente falso, i vertici di Abbanoa devono soltanto vergognarsi», alza la voce Spanu, costretto a fare il fontaniere più che il sindaco.

«A parte il fatto che mi hanno lasciato solo senza una goccia d’acqua potabile per tre giorni, è chiaro che ci siamo dovuti arrangiare» spiega. Il Comune, infatti, ha subito comprato due motopompe per convogliare l’acqua di due piccoli pozzi del paese e travasarla nel deposito a monte dell’abitato. Meno di cinquantamila litri al giorno. «A questi vanno aggiunti altri trentamila litri che la Forestale ci porta con un’autobotte della Protezione civile, cinque viaggi al giorno da Fruncu ’e Oche, più altri sedicimila dei vigili del fuoco». Insomma: in totale Lodè riesce ad avere sì e no centomila litri di acqua, da razionare per non lasciare a secco alcun rubinetto. «Ma questo è un paese con un fabbisogno di duecentomila litri al giorno» si dispera il sindaco. Costretto a tenere ancora chiuse le scuole e impotente davanti all’ambulatorio della guardia medica che ha dovuto abbassare le saracinesche. E come se non bastasse anche il depuratore a valle del paese è andato in tilt.

«È vero che ci sono paesi che hanno subito danni molto più gravi dei nostri, ma è anche vero – rilancia Graziano Spanu – che tanti sindaci stanno facendo la corsa pur di apparire in televisione così da prendersi una fetta in più di soldi. È impensabile che alcuni miei colleghi abbiano già presentato la conta dei danni... non è possibile, ci vorrà del tempo per avere una stima vera dei danni subiti. È ora di finirla con questa vergogna». Tutte cose che il sindaco di Lodè ripeterà oggi all’incontro dei primi cittadini a Tramatza. «E vergognosa – aggiunge nella foga – è stata la presenza di un codazzo di parlamentari e politici vari ai vertici di Olbia e Torpé con i ministri delle Infrastrutture Maurizio Lupi e dell’Ambiente Andrea Orlando. Certo... tra un po’ ci saranno le regionali e questa gente pur di farsi vedere è disposta a dimenticare piccole realtà come Lodè». «Se il Governo non gestisce seriamente il dopo alluvione e non ci danno le risorse necessarie, noi rischiamo di morire – chiude Graziano Spanu –. Morire soltanto perché ci sono troppi sciacalli in giro. Anche con la fascia tricolore indosso».

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