La Nuova Sardegna

Michela Murgia attacca il Pd e don Cannavera

Michela Murgia attacca il Pd e don Cannavera

Sardegna Possibile svela offerte ricevute dai democratici su liste e voti

03 dicembre 2013
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CAGLIARI. A tutto campo, a colpi di machete. Michela Murgia, la candidata-presidente di Sardegna Possibile, va alla guerra per le Regionali del 2014 con un post sul suo blog. Post in cui sono finiti sotto tiro parte del Pd («Quella che mi ha proposto nomi da inserire nelle mie liste in cambio di voti sicuri») e anche don Ettore Cannavera, perché «ci sono marpioni del potere pronti a farsi compattare da un uomo di potere nascosto dietro a un uomo di Chiesa».

Proposta indecente. È quella che le avrebbero offerto uno o più “signori del Pd”, la scrittrice non fa i nomi, in una sorta di scambio alla pari. Scrive Michela Murgia: «Sarebbe stato facile dire sì ai signori del Pd che chiamano per dirmi Accetta dieci nomi nostri e ti diamo i punti percentuali che ti mancano per vincere. Dicono proprio così – prosegue – ti diamo i punti che ti mancano, come se stessimo parlando della tessera del supermercato per ritirare le pentole a Natale, e non della Sardegna dei prossimi dificilissimi cinque anni». Dopo aver scatenato la caccia al colpevole del tradimento, la replica al post-blog è arrivata dal segretario del Pd, Silvio Lai, ed è stata inevitabile e dura: «Spero che Michela Murgia non ci faccia assistere a uno spettacolo triste: quello del lanciare accuse nel mucchio senza fare nomi. Spero invece che dica chi sono i signori del Pd che hanno fatto la proposta di scambio alla candidata alla presidenza alternativa al centrosinistra. Siamo un partito fatto di persone libere guidate da organismi dirigenti eletti, chiunque può parlare ma non a nome del partito». Ma alla richiesta di rendere pubbliche le misteriose identità della parte del Pd che giocherebbe su più tavoli, Michela Murgia ha ri-replicato: «Sono sicura che il segretario del Pd conosce le fratture del suo partito molto meglio di me e io non mi presto a diventare strumento per regolare le loro contraddizioni interne». Controreplica di Lai: «Mi dispiace che Michela Murgia s’identifichi nella matrigna di Biancaneve alla quale vanno bene solo gli specchi, perché solo con la propria immagine riesce a confrontarsi». Di certo quella fra Pd e Sardegna Possibile sarà tutt’altro che una favola a lieto fine.

Potere e Chiesa. Il secondo bersaglio del post è don Ettore Cannavera e quel tavolo alternativo al centro sinistra, che venerdì si ritroverà a Serdiana e a cui hanno già dato la loro adesione Sel, Rossomori, Partito dei sardi e gli ex Idv di Sardegna pulita: «Sarebbe stato facile – scrive Michela Murgia – anche accettare di sedermi al tavolo di chi in questi giorni sta radunando intorno a sè chi è rimasto fuori dai tavoli più grossi, potrei farlo per diplomazia, ma non posso far finta di credere davvero che il cambiamento di rotta passi per la somma di sigle minoritarie rappresentate da altrettanti marpioni, sempre gli stessi da vent’anni, avvezzi a ogni trattativa al punto di essere pronti anche a farsi compattare da un uomo di potere nascosto dietro a un uomo di Chiesa». Parole taglienti fino all’affondo finale: «Mi dispiace per don Cannavera, ma credo si stia prestando, voglio sperare inconsapevolmente, a un’operazione di bassa macelleria strategica: tenere ferme le bocce impazzite del sedicente sovranismo e della sinistra col solo scopo di destabilizzare la candidatura ufficiale del centrosinistra (cioè Francesca Barracciu) e trovare alla fine un nome meno imbarazzante per riportare tutti intorno a un solo tavolo». (ua)

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