La Nuova Sardegna

Soldi delle tasse spariti, avviata un'indagine sul notaio Roberto Goveani

di Daniela Scano
Soldi delle tasse spariti, avviata un'indagine sul notaio Roberto Goveani

Non sarebbero state versate centinaia di migliaia di euro di tasse dei clienti di Nuoro e Olbia. L’Ordine interviene: per un anno non potrà esercitare. Segnalazione alla Procura

14 dicembre 2013
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SASSARI. I primi a rendersi conto che qualcosa non andava sono stati i clienti, quando hanno ricevuto la lettera dell’Agenzia delle Entrate che sollecitava il pagamento delle imposte sugli atti notarili. «Ma io ho dato i soldi al notaio – hanno protestato tutti – e posso dimostrarlo». È nata così, qualche mese fa, la brezza del sospetto che nei giorni scorsi a Cagliari si è trasformata in un vento di tempesta che ha strappato il sigillo dalle mani del notaio Roberto Goveani, 56 anni, nativo di Pinerolo, con studi a Olbia e a Nuoro, l’onore di una biografia nella enciclopedia libera Wikipedia per i suoi trascorsi di studioso e di presidente di squadre di calcio.

La Commissione regionale di disciplina dell’Ordine dei notai ha sospeso Goveani dall’esercizio della professione. L’anno di stop era stato chiesto dal Consiglio notarile dei distretti riuniti di Sassari, Nuoro e Tempio Pausania al termine di un procedimento disciplinare che avrebbe messo in luce gravi anomalie nell’esercizio delle funzioni notarili da parte del professionista. Si parla di centinaia di migliaia di euro spariti tra il 2011 e i primi mesi del 2013.

Quella decisa nei giorni scorsi dal “tribunale” dell’Ordine è una sospensione disciplinare, che Goveani può impugnare, ma sul notaio penderebbe anche una richiesta di sospensione cautelare che se accolta sarebbe immediatamente esecutiva e contro la quale il professionista non potrebbe presentare ricorso.

Il motivo di tanta determinazione da parte dei suoi colleghi è presto spiegato: Goveani avrebbe evitato di versare nelle casse dello Stato una somma molto importante. Sulla vicenda è in corso anche una inchiesta della Procura di Tempio alla quale proprio l’Ordine dei notai aveva segnalato, nella scorsa primavera, il caso della presunta “cresta” fatta dal collega con le imposte sugli atti notarili stipulati nei suoi studi di Olbia e di Nuoro. Ai notai il caso era stato segnalato dall’Agenzia delle Entrate, alle prese con le proteste indignate di decine e decine di cittadini convinti di essere dalla parte del giusto quando affermavano che avevano pagato le tasse fino all’ultimo centesimo. Di avere, insomma, assolto ai propri doveri di contribuenti nello studio del notaio Goveani. Il procedimento disciplinare avrebbe dato corpo ai sospetti. Da qui la richiesta del Consiglio notarile di fermare, a scopo cautelare, il notaio. Il presidente del Consiglio notarile Giovanni Carlini conferma l’esistenza di un procedimento ma non entra nel merito della vicenda e non commenta la notizia della inchiesta giudiziaria in corso.

«Il notaio Goveani – spiega il presidente Carlini – era sotto monitoraggio da qualche mese, perché ci erano arrivate numerose segnalazioni che non stesse svolgendo correttamente la funzione notarile. Il Consiglio ha accertato che effettivamente c’erano i presupposti per aprire un procedimento disciplinare e ha contestualmente segnalato l’episodio alla Procura della Repubblica. Al termine della procedura, il Consiglio ha proposto alla commissione la sospensione disciplinare del notaio».

Di più il presidente Carlini non dice. Si sa comunque che, dopo le proteste dei suoi clienti e in seguito alle verifiche dell’Agenzia delle Entrate, qualche mese fa Roberto Goveani è stato chiamato a dare spiegazioni davanti al Consiglio dell’Ordine. Al notaio sarebbero state contestate anomalie nella fase di tassazione degli atti e di versamento delle imposte. I clienti di Goveani sostengono di avere pagato fino all’ultimo euro di tasse sugli atti stipulati dal notaio. Il professionista avrebbe regolarmente incassato imposte che avrebbe dovuto versare nelle casse dello Stato. Ma all’erario sarebbero state consegnate cifre molto inferiori. Non si sa che fine abbia fatto la differenza. Le spiegazioni del notaio Goveani non hanno evidentemente convinto i consiglieri dell’Ordine.

In attesa che la Procura della Repubblica valuti l’eventuale rilevanza penale dei fatti e l’entità del presunto ammanco, l’Ordine dei notai si è mosso con decisione. «Sarà la magistratura a stabilire se tali comportamenti integrano estremi di reato e spero che il notaio Goveani possa dimostrare la correttezza della sua condotta – dice il presidente Carlini –. Per quanto ci riguarda, tuttavia, in questo momento e per come sono state segnalate quelle condotte assumono sicura rilevanza disciplinare. Il Consiglio non poteva esimersi dall’aprire un procedimento disciplinare. Un atto dovuto, compiuto nell’interesse dei cittadini e dell’immagine generale del notariato che non può tollerare comportamenti scorretti dei propri iscritti».

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