La Nuova Sardegna

«Non voglio un colpevole ma il colpevole»

di Pier Luigi Piredda
«Non voglio un colpevole ma il colpevole»

Graziella Dore, sorella della vittima, chiede la verità e apprezza la scelta di nuovi accertamenti

18 dicembre 2013
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NUORO. «Il giudice vuole vederci chiaro e noi dobbiamo rispettare le sue decisioni. Come abbiamo sempre fatto finora. Anche se il dolore a volte rischia di prendere il sopravvento sulla ragione». Graziella Dore è stanca dopo la giornata trascorsa nell’aula del Tribunale dei minorenni a Sassari. Ma non lesina le poche energie che le sono rimaste, dopo 5 anni di lacrime per la morte della sorella con la quale aveva sempre condiviso ogni segreto. «Tranne uno – ha sottolineato, recuperando gli ultimi residui di forza dopo il lungo viaggio di rientro a casa a Gavoi –. Dina non mi ha mai detto che quel sorriso spento che compariva sul suo viso non era dovuto a una depressione che aveva fatto seguito al parto, ma al fatto che Francesco non la trattava bene. Purtroppo l’abbiamo saputo molto tempo dopo, quando ormai era troppo tardi per aiutarla».

Graziella Dore parla per cercare di esorcizzare la delusione per la mancata sentenza nei confronti di Pierpaolo Contu. Ma non lo dice, anzi sembra quasi rasserenata dal fatto che il gup del tribunale dei minori abbia richiesto quell’ulteriore accertamento che potrebbe sgombrare il campo da qualsiasi dubbio. «Non vogliamo un colpevole, vogliamo il colpevole – ha ribadito con decisione Graziella Dore –. E sono convinta che questo sia il sentimento del paese. A Gavoi vogliono sapere chi è il responsabile dell’omicidio di Dina. Il paese attende che la giustizia faccia il suo corso, ma nonostante le apparenze, e quel che può essere emerso in Corte d’assise durante gli interrogatori, non siamo mai stati lasciati soli. Nessuno si vuole schierare ed è comprensibile, ma tanti gavoesi quando mi incontrano per strada non esitano a incoraggiarmi, a dirmi che faccio bene a lottare per conoscere la verità. E anche a noi – ha concluso Graziella Dore – interessa soltanto la verità. Abbiamo il disperato bisogno di sapere chi ha ucciso Dina. Per noi, ma soprattutto per la figlioletta che sta crescendo e continua a cercare la mamma».

In aula gli avvocati Mariano e Massimo Delogu hanno ascoltato la requisitoria e le arringhe dei difensori di Contu. «Il gup ha chiesto il certificato di carichi pendenti di Lai per sincerarsi dell’informativa cui ha accennato il difensore dell’imputato nell’arringa – ha spiegato Massimo Delogu –. Va bene, anche noi vogliamo conoscere tutta la verità sul delitto, soprattutto per i familiari di Dina».

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