Istigazione a delinquere: già condannato uno degli arrestati
ALGHERO. Droga comprata e venduta nei giardini “Tarragona”, tra bambini che giocavano a palla e genitori increduli che seguivano le operazioni di spaccio, spesso senza intuire che cosa stesse...
ALGHERO. Droga comprata e venduta nei giardini “Tarragona”, tra bambini che giocavano a palla e genitori increduli che seguivano le operazioni di spaccio, spesso senza intuire che cosa stesse realmente accadendo. A volte la banda si spostava nel cortile della scuola media che si trova proprio di fronte. Tutto ripreso dalle telecamere piazzate dai carabinieri della compagnia di Alghero. E ieri all’alba, una cinquantina di militari hanno eseguito le ordinanze emesse dall’autorità giudiziaria nei confronti di quattro maggiorenni (uno in carcere e altri tre ai domiciliari) e quattro minorenni (tutti in comunità). Nei confronti di altri sei giovani (uno maggiorenne e cinque minori) sono stati emessi - dal Tribunale ordinario e da quello dei minorenni di Sassari - provvedimenti che impongono l’obbligo di dimora con permanenza domiciliare in determinate fasce orarie.
I reati contestati sono quelli di spaccio di sostanze stupefacenti e nel corso dell’operazione sono stati recuperati poco meno di 150 grammi tra marijuana e hascisc, qualche grammo di cocaina e anfetamine. Poca droga, in realtà, rispetto al numero delle persone coinvolte, ma a destare l’allarme è l’insieme delle attività sviluppate dalla banda che va dai furti di gioielli in casa (il ricavato veniva reinvestito in acquisto di stupefacenti) all’iniziazione dei minori che ricevevano gratuitamente le prime dosi e poi accumulavano debiti tra i 300 e i mille euro.
Baby gang. Secondo i carabinieri, a capo della banda c’era Emanuele Durgoni, 21 anni, l’unico a essere finito in carcere. Il giovane portapizze è stato trovato in possesso della contabilità gestionale della droga. Proprio da queste carte risulterebbero i debiti di alcuni minori per cifre che mediamente spaziano dai 300 ai mille euro. A settembre il giovane era stato fermato dai carabinieri per un controllo e aveva reagito in malo modo, tanto che era scattato l’arresto per resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
I maggiorenni. Gli altri maggiorenni finiti nell’inchiesta sono Alessandro Serra, Giovanni Diana e Gianni Peronnia (hanno tra i 18 e i 19 anni) e per loro è stata disposta la detenzione domiciliare: avrebbero avuto un ruolo nella gestione delle sostanze stupefacenti, rifornivano i minori che a loro volta rivendevano ad altri coetanei.
Marketing. Alcuni dei maggiorenni avrebbero pagato i minori per convincerli a provare gli spinelli. Una sorta di iniziazione sponsorizzata: quasi tutti i giovanissimi, poi diventavano consumatori abituali. E successivamente spacciatori per permettersi l’uso quotidiano della droga.
I debiti. Il sistema era tale da portare sempre risultati per i più grandi. I minori, infatti, ricevevano la droga a credito che utilizzavano in parte per loro e in parte per le vendite ai clienti. Solo che la maggior parte dei “cavallini” finiva per consumare più droga di quella prevista e, quindi, di quella che riuscivano a vendere. Cominciava così la fase di indebitamento che saliva progressivamente, con cifre medie che andavano dai 300 fino a punte di mille euro. E per pagare erano costretti a rubare.
L’oro di casa. Per evitare guai, i minori saldavano i conti con l’organizzazione rubando gli oggetti d’oro a casa, e nella maggior parte dei casi le famiglie non si sono rese conto di niente. Solo quando i carabinieri hanno recuperato parte della refurtiva, hanno realizzato quel che stava accadendo.
I compro oro. I maggiorenni rivendevano gli oggetti nei compro oro, presentando un documento d’identità. Il ricavato veniva in parte reinvestito per comprare la droga e i minori potevano ricevere nuovamente le dosi per loro oltre allo stupefacente da cedere ai coetanei.
Indagini estive. I carabinieri della compagnia di Alghero, guidati dal capitano Giorgio Guerrini, hanno cominciato il lavoro durante l’estate. Nel corso delle indagini hanno arrestato - in più riprese - in flagranza di reato due minorenni-cavallini, altri sette sono stati denunciati. I giovanissimi sorpresi subito dopo avere acquistato la droga hanno confermato che a cedergliela erano stati alcuni degli indagati.
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