La Nuova Sardegna

Il candidato Pd, corsa contro il tempo

di Silvia Sanna
Il candidato Pd, corsa contro il tempo

Dopo la rinuncia della Barracciu spunta il deputato Giovanna Sanna, in pista Demartini e Demuro. Il nodo liste «pulite»

02 gennaio 2014
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SASSARI. Incontri riservati, faccia a faccia chiarificatori (forse), giro vorticoso di sms. Poco tempo per gli auguri in casa Pd. Il primo giorno del 2014 è scivolato in fretta tra i democratici, ancora storditi dalla tempesta di fine anno. La resa di Francesca Barracciu, che ha rinunciato a correre per la presidenza della Regione, lascia uno strascico di accuse e veleni e una bella grana da risolvere. Il nuovo candidato ancora non c’è. Ci sono tanti nomi, ma non il nome: quello capace di sedare le turbolenze e ridare slancio a un partito alle corde. L’obiettivo è raggiungere un’intesa entro sabato, quando, dopo la tesissima assemblea di Oristano, la direzione regionale si riunirà nuovamente. Intanto, tra i vari papabili, alcuni nomi sembrano prendere quota più di altri.

Le donne in corsa. Tre, per ora. Dopo la Barracciu, in pista per la candidatura alla presidenza della Regione ci sono tre piddine doc. Nelle ultime ore sembra avere acquistato punti Giovanna Sanna, deputato e sindaco di Florinas. Vincitrice delle parlamentarie in provincia di Sassari, già bersaniana, non ha sostenuto Renzi alle ultime primarie. Insegnante, piace molto agli amministratori locali. Se la scelta ricadesse su di lei, potrebbe liberarsi un posto in Parlamento: a occuparlo sarebbe Gavino Manca, attuale consigliere regionale e renziano della prima ora. Manca arrivò secondo alle Parlamentarie, ma il suo nome non finì in lista suscitando grossissime polemiche che ancora non si sono del tutto placate. La seconda donna in corsa è Alessandra Giudici, presidente da due legislature della provincia di Sassari. Il terzo nome è Angela Quaquero, presidente ad interim dell’ente intermedio di Cagliari in seguito alla decadenza di Graziano Milia. Né la Giudici né la Quaquero al momento sembrano contare su un largo sostegno.

Gli uomini papabili. Sono più numerosi delle donne. Sino a due giorni fa, il nome più gettonato era quello dell’ex ministro Arturo Parisi. Diverse le ragioni: è un politico affermato che ha ricoperto incarichi prestigiosi, piace a Renzi ed è vicinissimo all’ex premier Romano Prodi. È una figura stimata, forse l’unica considerata all’altezza di gestire il delicatissimo rapporto Regione-Stato. Parisi però ha detto no e al momento un suo passo indietro – a meno che non sia Renzi in persona a sollecitarlo – è considerato improbabile. Anche perché sul suo nome non ci sarebbe la convergenza tra le varie correnti. Tra gli altri uomini in corsa, salgono le quotazioni di Alessandro Demartini: di Thiesi, è dirigente di Laore e in passato ha ricoperto l’incarico di direttore generale dell’Ambiente alla Regione. Nell’elenco dei papabili anche gli ex assessori della giunta Soru Francesco Pigliaru e Carlo Mannoni, il deputato Gian Piero Scanu, l’economista cagliaritano Gianmario Demuro, il segretario della Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana) Franco Siddi, il ginecologo cagliaritano Giovanni Monni, i rettori delle università di Sassari e Cagliari Attilio Mastino e Giovanni Melis.

I paletti della Barracciu. L’ex candidata, vincitrice delle Primarie di settembre, non resta alla finestra. La sua rinuncia dolorosa si accompagna a importanti garanzie: potrà dire la sua sul nome del prescelto, e l’eurodeputata ha già detto che il sostituto dovrà essere donna e possibilmente giovane.

Fuori tutti gli indagati? È l’altro grande nodo da risolvere. La richiesta (poi accolta) alla Barracciu di farsi da parte, è legata all’inchiesta sull’utilizzo dei fondi ai gruppi. L’ex sindaco di Sorgono è indagata per peculato insieme ad altri 29 esponenti del Pd. La domanda legittima è se a loro (sono già esclusi quelli che hanno svolto due mandati in Regione) sarà permesso di candidarsi oppure se passerà la linea di presentare liste pulite. Su questo punto in direzione c’è stato qualche attrito, il verdetto dovrebbe arrivare sabato. Insieme al nome dell’aspirante governatore.

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