La Nuova Sardegna

Pd, oggi a Firenze la vera svolta sul nuovo leader

Il via libera in un vertice prima della segreteria nazionale Ma è indispensabile restringere la rosa a tre soli nomi

04 gennaio 2014
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CAGLIARI. Il vincitore delle primarie al caminetto non c’è ancora. Il Pd è sempre alla prese con una rosa molto larga di nomi sul possibile candidato-presidente alle Regionali. Le ultime consultazioni sono annunciate oggi sulla terra ferma, a Firenze, poche ore prima di una segreteria nazionale che si occuperà del caso Sardegna. Intorno al tavolo toscano si siederanno in due: l’ex candidata Francesca Barracciu, che ha rinunciato per «il bene del partito», e Luca Lotti, responsabile agli enti locali per Matteo Renzi. Potrebbe essere questo l’incontro della verità dopo che ieri il segretario regionale Silvio Lai è rimasto a lungo in contatto telefonico prima con l’eurodeputata e poi con Lotti, che è stato incaricato di sbrogliare la matassa per poi presentarsi in segreteria con una rosa di massimo tre candidati. Da quella triade uscirà il nome del candidato-presidente che i democratici presenteranno domenica 10 ai convocati della direzione regionale e subito dopo agli alleati.

I nomi. Non ci sono nuovi ingressi. Le ultime quotazioni più che di persone, sono impegnate a tracciare identikit. Uomini e donne in corsa continuano dividersi il 50 per cento delle possibilità. Mentre cresce l’ipotesi che il prescelto potrebbe essere un esterno al partito guida della coalizione: 70 per cento un non iscritto, 30 con la tessera in tasca. Un’altra voce spacca a metà il capello (50 a 50) che sia un politico di esperienza o invece esordiente. I nomi che continuano circolare sono quelli di Gian Piero Scanu, Attilio Mastino, Francesco Pigliaru, Fernando Codonesu, Franco Siddi, e Salvatore Cherchi. In rialzo le azioni di Alessandro De Martini e Gian Mario Demuro. Alla finestra potrebbe apparire fra oggi e domani l’ex assessore Gian Valerio Sanna. Sul web c’è chi ha rilanciato il terzo classificato delle primarie dell’8 dicembre dopo Francesca Barracciu (ritirata) e Gianfranco Ganau (indagato): Andrea Murgia. Fra le donne continuano ad avere qualche chance Cristina Cabras e Daniela Falconi, quasi azzerate quelle di Alessandra Giudici. A smarcarsi dalla corsa è invece l’imprenditrice Daniela Ducato: «A mia insaputa – ha scritto – il mio nome è stato inserito nella rosa dei candidati. Per me è stata ed è una vera sorpresa. Non sono stata contattata da nessun esponente del Pd e non ho dato certo la mia disponibilità. Nel mio piccolo continuerò a fare impresa nel segno dell’innovazione e perché le cose possano davvero cambiare, ancor prima di un candidato-presidente serve che ognuno di noi faccia la sua parte, ogni giorno».

Liste pulite. La direzione del Pd in calendario per oggi è stata rinviata ufficiosamente a domenica. Per la mattinata di oggi, oltre al tavolo di Firenze, sono annunciare almeno tre riunioni ristrette per «applicare in concreto» il regolamento sulle candidature che è stato approvato qualche giorno fa a Oristano. Il criterio delle liste pulite resta quello principale: non dovranno esserci indagati, anche se uno spiraglio potrebbe già esserci. Dalla competizione elettorale il Pd escluderà solo chi è sotto inchiesta per i fondi ai gruppi del Consiglio e non quelli coinvolti in altre indagini. Sono diverse anche le perplessità sulla regola che apre solo al 20 per cento la quota riservata ai consiglieri al terzo mandato. Il tutto sarà discusso oggi nelle riunioni ristrette. Intanto, le direzioni provinciali del Pd hanno prorogato al 6 gennaio la scadenza per la presentazione delle auto-candidature. L’unico collegio in movimento è quello di Sassari, gli altri, a cominciare da Cagliari sono in ritardo e per questo hanno chiesto la proroga.

Alleanze. Il nodo resta quello del Psd’Az. La direzione regionale di domenica dovrà occuparsi del caso e soprattutto guardare con attenzione alla scelta dei sardisti ogni nella direzione nazionale di Ghilarza. Ma proprio sul via libera o meno al Psd’Az c’è da registrare l’ennesimo scontro all’interno della coalizione. Il deputato di Sel Michele Piras ha ribadito che «la coalizione ricompattata non può essere aperta a chi è stato in giunta col centrodestra, mentre va allargata alle forze sovraniste e indipendentiste». In difesa del Psd’Az è intervenuto invece l’Upc: «Premesso che abbiamo massimo rispetto per gli amici di Sel, non crediamo che una decisione importante possa essere assunta, in autonomia, da una sola forza politica. Consigliamo ai vendoliani – ha scritto Enrico Piras – un po’ più di prudenza e ancora molto rispetto nei confronti degli alleati attuali e futuri». (ua).

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