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A Noragugume non c'è più nessuno dei Nieddu: padre e figlio assassinati rimasero soli dopo la partenza degli altri familiari - FOTO

A Noragugume non c'è più nessuno dei Nieddu: padre e figlio assassinati rimasero soli dopo la partenza degli altri familiari - FOTO

Per 15 anni avevano lavorato duro: nella loro azienda 300 capi di bestiame

21 gennaio 2014
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NORAGUGUME.. Ieri mattina il piccolo paese del Marghine appariva quasi stordito dal duro colpo subito all'alba di domenica, quando padre e figlio, Bruno e Umberto Nieddu, sono stati uccisi in un agguato con diversi colpi di fucile, come ha stabilito l’autopsia fatta a Oristano e durata oltre sei ore.

In strada, solo alcuni anziani, tre o quattro cani e due operai dei cantieri comunali, intenti a rimuovere la terra usata per allestire, venerdì scorso il fuoco in onore di Sant'Antonio Abate. Proprio nella piazza, che è anche l'unica del piccolo centro dalle case di pietra con le caratteristiche facciate a vista. Un labirinto di viuzze che intersecandosi tra di loro, si affacciano lì, nel piazzale in cui si trovano le tre chiese e il municipio.

Un'immagine desolante di un posto che non ha più le scuole, se non una classe della materna. Scolari e studenti, infatti, frequentano elementari e medie a Birori mentre le superiori a Macomer. Un piccolo centro costretto anche a condivide il parroco, don Rossi, con la vicina Dualchi.

Ieri Noragugume era deserto e ammutolito dall'omicidio di Bruno e Umberto Nieddu, ma forse ancor di più, dalla paura di ritrovarsi ancora una volta “in guerra”.

«Erano brave persone» hanno detto tutti, volendo cercare altrove la causa del duplice delitto. A iniziare dal primo cittadino Michele Corda che, sottolineando il lavoro fatto in tanti anni per recuperare rapporti e cercare di far tornare alla normalità un paese martoriato, ha rimarcato di non credere al possibile collegamento con le inimicizie che alla fine degli anni ’90, quando Umberto Nieddu aveva appena dieci anni, hanno dato origine alla lunga scia di lutti e dolore.Proprio quando quel pastore ancora bambino seguiva il padre e il gregge di pecore che pascolavano vicino alla strada.

Da allora sono passati 15 anni e padre e figlio, con enormi sacrifici erano riusciti a metter su un'azienda agricola con oltre 300 capi di bestiame e terreni in diversi punti delle campagne vicine al paese, tanto da meritarsi il titolo di “benestanti”.

Una cosa colpiva camminando per le strade del piccolo borgo: fino a ieri non c'era affisso alcun manifesto funebre sui muri.

Un’usanza che forse si ferma al confine con la Barbagia, lungo quella lingua d'asfalto sconnesso che lega quest'area geografica al Marghine.

Una zona che forse solo per alcuni aspetti si avvicina alla cultura e alle tradizioni dell'oristanese ma che per altri, resta saldamente legata al vecchio codice della vendetta tipico dell’entroterra isolano. La casa dei Nieddu che si sviluppa su due piani è situata alla periferia del paese. Ieri mattina aveva ancora tutte le finestre serrate. Nessuno ci ha messo più piede da domenica. Neppure i familiari più stretti che non hanno fatto più rientro in paese.

Non la madre di Umberto separata dal padre da tanti anni, ma neppure la sorella più grande che lasciò Noragugume per partire con lei.

Anche i fratelli di Bruno Nieddu lasciarono il paese per trovare lavoro. Solo uno è rimasto in Sardegna, a Sedilo. Gli altri sono fuori anche oltre confine. A Noragugume, dunque, non resta più nessuno della famiglia Nieddu.

Gli unici rimasti erano padre e figlio, sterminati da due killer che hanno atteso pazientemente il loro arrivo nascosti dietro un muretto a secco, prima di puntargli contro i fucili e fare fuoco.

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