La Nuova Sardegna

«Cappellacci arrogante, isola da tutelare»

di Pier Giorgio Pinna
«Cappellacci arrogante, isola da tutelare»

Il sottosegretario Borletti: il governo non blocca lo sviluppo, è intervenuto per difendere gli interessi generali dei sardi

22 gennaio 2014
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. «Non è arrogante il governo ma Cappellacci: noi sul Pps abbiamo presentato ricorso alla Corte costituzionale per tutelare gli interessi generali dell’isola». Il sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Buitoni Borletti non esita: «Ha sbagliato il presidente della giunta a non tenere conto delle competenze statali in una materia così delicata come quella del Piano paesaggistico. E sulla base di una serie di precedenti sono fiduciosa sul fatto che la Consulta possa riconoscere le nostre buone ragioni». «A ogni modo, c’è un aspetto che mi preme sottolineare con forza: il governo non intende danneggiare l’economia sarda, al contrario agisce proprio per salvaguardare un patrimonio collettivo», afferma il sottosegretario.

Ma qual è il motivo principale che vi ha portato a sollevare il conflitto di attribuzioni?

«Intanto, esiste una spiegazione di carattere generale: sulla base dell’articolo 9 della Costituzione, la tutela del paesaggio spetta allo Stato. E in questo ci si deve rifare al Codice dei beni culturali».

E poi?

«Abbiamo ritenuto che ci sia stata una profonda differenza tra il Ppr varato dal centrosinistra nel 2006 e il Pps approvato nell’ottobre scorso. Il primo tendeva a rappresentare un equilibrio tra sviluppo e paesaggio. Il secondo non garantisce adeguati livelli di salvaguardia in un’area fragile come la Sardegna».

Nel dettaglio e nel merito che cosa viene contestato sul piano giuridico al progetto della giunta Cappellacci?

«Uno sfilacciamento nel grado delle tutele. In diversi campi. E in modo da generare differenti pericoli».

Quali?

«Partiamo dalle coste. Col Pps si registra in questo caso un allentamento delle norme di salvaguardia. Sia nella fascia dei 300 metri dalla battigia sia in altre zone di particolare pregio paesaggistico».

A che cosa si riferisce?

«Ai centri storici, per esempio. Così come ai corsi d’acqua pubblica. Anche qui s’ipotizza un ampliamento di cubature. Invece - nel caso di fiumi, stagni e laghi - solo quelli dichiarati d’”interesse” dalla Regione saranno soggetti a restrizioni. Gli altri, qualificati come “irrilevanti”, potranno essere modificati entro i 150 metri dall’argine».

Dopo l'alluvione del 18 novembre ci sono state polemiche sullo sviluppo urbanistico incontrollato: pensa che strategie come quelle praticate con i Piani casa abbiano contribuito al disastro?

«In Italia si è costruito con un tasso di cementificazione molto più elevato che in altri Paesi. E tutto questo, di fronte a un territorio in larga misura fragile, ha posto e pone un problema di tenuta sotto il profilo idrogeologico. È così evidente un fatto: i pericoli si annidano vicino ai fiumi e nelle zone dove col passare del tempo sono state sacrificate le misure di sicurezza».

Un altro punto riguarda la legge regionale per i campi da golf, anche questa già da tempo impugnata a Roma: che cosa ne pensa?

«Ritengo che sia una normativa preoccupante. Potrebbe compromettere aree integre in una visione dell’isola che mira solo a consumare i suoli. Ma in questo modo si distrugge un equilibrio antico. E si creano presupposti perché il turismo, una volta cementificata e distrutta la Sardegna com’è stato fatto altrove nel Mediterraneo, vedi la Spagna, si diriga verso mete alternative».

Però oggi Cappellacci parla di "arroganza" del governo su questa e altre materie: come replica politicamente?

«Non mi stanco di ripeterlo: noi abbiamo risposto alla sua, di arroganza. Se ci avesse pensato prima, non ci sarebbe stata l’impugnazione».

Voi avete denunciato anche l’assenza di quella co-pianificazione prevista dalle procedure: è così?

«Certamente. Se il lavoro fosse stato fatto in maniera congiunta come ai tempi del Ppr di Soru, in collaborazione con l’eccellente direzione regionale guidata da Maria Assunta Lorrai, la questione non sarebbe stata sollevata».

Quando la giunta regionale ha approvato il Pps, le opposizioni consiliari e gli ambientalisti hanno subito detto che l'impugnazione statale sarebbe stata scontata: qual è la sua opinione in proposito?

«Nel governo, rispetto al presidente Ugo Cappellacci, abbiamo una visione diversa. Lui è sempre stato sicuro di avere una competenza esclusiva sulla materia. Noi pensiamo che lo Stato debba contribuire alla co-pianificazione del paesaggio».

E dunque?

«Il suo mi è apparso sin dall’inizio un tentativo un po’ spregiudicato di forzare la mano. Lo ribadisco per essere chiara sino in fondo: fosse stato meno arrogante, oggi si troverebbe in una condizione differente. Ma com’è ovvio non voglio entrare nel merito delle ragioni che l’hanno spinto a questo passo alla vigilia della campagna elettorale».

In definitiva, che cosa si aspetta dalle decisioni della Corte costituzionale?

«Mi attendo che venga riconosciuta la corretta azione del governo. E mi auguro che i sardi, tutti i sardi, capiscano bene una cosa. Il nostro intervento non è a sfavore dell’isola. Al contrario, intende tutelare un patrimonio pubblico. Che, prima di tutto e di tutti, appartiene proprio ai sardi».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano

Video

I consiglieri regionali Piero Maieli e Gianni Chessa si autosospendono dal gruppo del Psd'Az

Le nostre iniziative