La Nuova Sardegna

Cappellacci-Murgia il giorno dei veleni

di Umberto Aime
Cappellacci-Murgia il giorno dei veleni

Polemiche sulla Flotta sarda bocciata dall’Ue e sui finanziamenti elettorali Lei: «Il presidente come Schettino». Lui: «Conosce armatori più bravi di me»

24 gennaio 2014
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CAGLIARI. All’indomani del botto sui traffici presunti di presunti finanziatori occulti in campagna elettorale, non poteva certo tornare il sereno ventiquattr’ore dopo. Anzi, è stata un’altra giornata di tempesta, l’ennesima, con Ugo Cappellacci, l’accusatore, e Michela Murgia, la possibile accusata, che sulla Rete si sono affrontati e presi persino a colpi di Schettino. Sì proprio quello della Concordia: il comandante pazzo, l’antieroe per eccellenza.

L’antefatto. Va ricordato, per capire meglio la seconda puntata, quella di ieri. È stato Cappellacci a denunciare mercoledì, sotto gli effetti dell’ira per la bocciatura a Bruxelles della flotta sarda, quanto segue e questa è la versione testuale della frase: «C’è una notizia che mi hanno dato e che mi fa venire i brividi. Una persona mi ha riferito di aver assistito a un colloquio in cui altri che si occupano della campagna elettorale di un candidato alla presidenza della Regione, parlavano dell’ingente contributo finanziario ricevuto dall’armatore (Vincenzo) Onorato». Dunque, Onorato sarebbe il presunto finanziatore occulto ma di chi? Cappellacci il nome dell’avversario forse riempito di soldi non l’ha fatto e questo è chiaro. Ma dopo essersi lasciato sfuggire sottovoce un appena percettibile candidata, Cappellacci non è andato oltre («Farò il nome nei prossimi giorni», la promessa) eppure nell’immaginazione dei più Michela Murgia è sembrata essere il possibile bersaglio del governatore. Governatore che seduta stante, sempre di mercoledì, è stato querelato dall’armatore napoletano per diffamazione a mezzo stampa. E l’accusata? Silenzio a caldo poi ieri si è fatta sentire con due repliche al veleno.

Schettino day. Impegnata in un tour elettorale nel Medio Campidano, Michela Murgia ha esordito con una dichiarazione molto seria, questa: «Penso che Cappellacci debba essere davvero disperato se arriva a denigrare gli avversari con queste diffamazioni gratuite. Non è con le sue scellerate distrazioni di massa che riuscirà a farci dimenticare gli errori commessi con la flotta sarda e ora scoperti anche dall’Europa». Poi, nel pomeriggio, la candidata-presidente è ritornata sui toni del sarcasmo e li ha affidati alla Rete: «Cappellacci è lo Schettino della politica sarda, un uomo solo che goffamente tenta di nascondere le proprie colpe, un pessimo ex armatore e un pessimo ex presidente. Ormai ha abbandonato la nave, a noi sardi il compito di rimetterla in piedi», e così il fuoco della polemica è diventato un falò.

Resto a bordo. Anche Cappellacci ha controreplicato in due atti. Nel primo, dopo aver detto «Io il nome della Murgia non l’ho fatto», si è allungato fino al proverbio della gallina: «Quella che canta per prima...» si sa è quella che «ha fatto l’uovo». Poi, in serata, ha affondato i colpi con un comunicato: «Che c’entra Schettino? Quello che è sceso dalla nave. Noi sardi l’isola la stiamo difendendo dai continui attacchi di qualche pirata e dalle decisioni ingiuste degli euroburocrati. E , con buona pace di chi querela e di chi non si sa da parte stia, continueremo a farlo». Per chiudere con una legnata: «Comprendo bene che la candidata mi definisca un ex armatore visto che conoscerà armatori sicuramente più bravi del sottoscritto, ma non altrettanto attenti agli interessi della Sardegna». Fine dello Schettino day ma presto fra i due ci saranno altre saette.

Saremar. In attesa di leggere la sentenza dell’Antitrust europeo, Cappellacci non ha fatto passi indietro sull’esperimento Saremar: «Lo rifarei – ha detto – altre dieci, cento mille volte – perché anche l’Europa non ha bocciato il progetto in sè. Poi, in ogni caso, questo è solo il primo grado e noi siamo sicuri che in seconda istanza la Corte di giustizia europea ci darà ragione». Di flotta hanno continuato a parlare anche io partiti. Nel centrodestra, Riformatori da sempre critici sul noleggio delle navi: «Dopo il no dell’Europea – ha scritto Attilio Dedoni – la nuova giunta dovrà scegliere altre strategie». Molto più schierati, nel Pdl, Pietro Pittalis e Antonello Peru: «La vera vergogna è lo squallore della sinistra, che invece di pensare alla Sardegna continua a remarle contro», hanno scritto. Di triste spettacolo ha parlato anche il leader dell’Uds, Mario Floris: «La politica continua a essere prigioniera di invidie e beghe da cortile, Dopo la decisione di Bruxelles, era logico attendersi una perentoria e unitaria difesa del diritto alla mobilità e invece abbiamo assistito a un mortificante attacco alla Regione». Altro che attacco è stata la replica del centrosinistra con Antonio Sartta dell’Upc: «Questa condanna Cappellacci se l’è andata a cercare con un’operazione scriteriata iniziata male e finita peggio». Anche il movimento Zona franca è stato secco: «Il governatore non ha fatto solo pochissimo, ha fatto solo disastri».

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