La Nuova Sardegna

«I 41 bis non provocheranno problemi»

di Pinuccio Saba
«I 41 bis non provocheranno problemi»

Dal ministro della Giustizia Cancellieri la conferma sull’arrivo nell’isola di detenuti destinati alla massima sicurezza

03 febbraio 2014
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ALGHERO. Un po’ tutti hanno evitato accuratamente termini come massima sicurezza o 41bis, ma le parole del ministro Annamaria Cancellieri, del soprindente regionale per l’amministrazione penitenziaria Gian Franco De Gesu e dello stesso senatore Luigi Manconi (normalmente critico nei confronti dei regimi di detenzione particolarmente restrittivi), lasciano poco spazio all’immaginazione: anche in Sardegna arriveranno detenuti destinati alla massima sicurezza.

Visita ad Alghero. Ieri mattina il ministro di Grazia e giustizia ha visitato il carcere di Alghero, uno degli istituti di detenzione più antichi d’Italia ma nel contempo fra i più moderni per quanto concerne il lavoro di recupero e reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti. Ad accogliere il ministro Cancellieri, c’erano il prefetto di Sassari Salvatore Mulas, il questore Pasquale Errico, il comandante provinciale dei carabinieri Pietro Salsano, i responsabili del forze dell’ordine di Alghero e, naturalmente, il direttore del carcere algherese Elisa Milanesi. Con un breve prologo all’ingresso del carcere, dove il ministro ha salutato con calore il cappellano don Mario Chessa, parroco di Santa Maria La Palma, con un passato in Lotta Continua e stretto collaboratore della direttrice. È stata quest’ultima ad accompagnare la delegazione ministeriale “rinforzata” dalla presenza dei senatori Luigi Manconi e Silvio Lai (entrambi Pd), in una breve visita all’interno dell’istituto. E, come era prevedibile, il ministro si è detto molto soddisfatto dei risultati ottenuti dalla piccola struttura penitenziaria, un modello «da esportare in altre realtà», soprattutto «nelle colonie (penali) dove i detenuti sono a bassa pericolosità e a minima sicurezza», ha aggiunto il provveditore De Gesu.

Nessun sovraffollamento. Concetti più sfumati, invece, quando è stata affrontata la situazione delle carceri sarde, una regione che non ha certo problemi di sovraffollamento. Anzi, come ha sottolineato proprio il ministro Cancellieri, ci sono più posti liberi che in altre parti d’Italia. «A Bancali non abbiamo particolari problemi – ha detto il Guardasigilli –: la struttura è nuova e il numero dei detenuti è nettamente inferiore alla capienza massima. Nelle altre realtà, nei nuovi istituti di pena, non abbiano registrato particolari criticità».

Alta sicurezza. Per quanto riguarda i detenuti ad “alta sicurezza”, arriveranno anche in Sardegna, come prevede la normativa nazionale. «Una presenza che non incide sulla società esterna al carcere – ha detto il senatore Luigi Manconi –. Sapete bene come la penso sui regimi detentivi particolarmente severi, ma ricordo che in pieno “banditismo sardo” molte città protestarono per l’arrivo dei detenuti sardi. E non mi risulta che la presenza di quei detenuti abbia portato sconquassi in quelle realtà. Questo significa che anche nelle carceri isolane, se ve ne sarà la necessità, arriveranno detenuti destinati all’alta sicurezza». Per quanto riguarda il 41 bis, che nessuno ha citato, il ministro ha sottolineato che «sono comunque situazioni che seguiremo con attenzione in modo che non si creino situazioni di disagio per la popolazione». Sorvolando sul fatto che in tutte le nuove strutture carcerarie sono state realizzate le sezioni di “massima sicurezza” destinate a ospitare capimafia e quant’altro, sia a Bancali sia a Nuchis sia a Uta, dove i lavori, ha assicurato il provveditore De Gesu «termineranno a brevissimo», consentendo così lo svuotamento della vecchia “galera” di Buoncammino, una delle peggiori strutture italiane.

Pili non ci sta. Sulla questione 41 bis è intervenuto duramente il deputato Mauro Pili: «La Sardegna non è immune all’infiltrazione mafiosa, basta scherzare con il fuoco. Sin dalle prossime ore il ministro annunci il blocco totale del trasferimento dei mafiosi»

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