La Nuova Sardegna

LA PRELAZIONE SULL’ACQUISTO DELL’ISOLA

Budelli, il neozelandese Harte si oppone allo Stato italiano

di Giampiero Cocco
Budelli, il neozelandese Harte si oppone allo Stato italiano

LA MADDALENA. Michael Harte rilancia e sfida lo Stato pur di tenersi ben stretta l’isola di Budelli. L’amministratore neozelandese del Group Executive Enterprise Services, nonché Chief Information...

05 febbraio 2014
2 MINUTI DI LETTURA





LA MADDALENA. Michael Harte rilancia e sfida lo Stato pur di tenersi ben stretta l’isola di Budelli. L’amministratore neozelandese del Group Executive Enterprise Services, nonché Chief Information Officer della Commonwealth bank, il magnate verde con interessi imprenditoriali in Svizzera che nell’ottobre scorso si era aggiudicato all’asta giudiziaria, per tre milioni, l’isola di Budelli, si è opposto, con il suo staff di legali, al diritto di prelazione avanzato dalla Stato Italiano e fatto valere, entro l’otto gennaio scorso, sulla vendita giudiziaria della perla dell’arcipelago maddalenino.

Ora il caso sarà discusso dal giudice delle esecuzioni in una udienza che verrà fissata nei prossimi giorni dalla presidenza del tribunale.

Sulla questione c’era stata battaglia, nei mesi scorsi, tra favorevoli e contrari all’incameramento dell’isola tra i beni demaniali. Da un lato l’ex ministro dell’Ambiente Pecorario Scanio, che lanciò la proposta di una colletta nazionale per acquisire l’isola dove Antonioni girò Deserto Rosso, rendendo famosa per sempre la splendida Spiaggia rosa.

Il presidente del Parco, Giuseppe Bonanno, il 7 gennaio scorso depositò gli atti per l’esercizio del diritto di prelazione su Budelli. Questa la motivazione: «Gli adempimenti legali relativi al procedimento di asta fallimentare che aveva coinvolto i precedenti proprietari dell’isola sono stati adottati in ottemperanza alle disposizioni dell’articolo 15 della legge quadro sulle aree protette e alle previsioni dell’art. 1, comma 115, della legge di stabilità 2014, con cui il parlamento ha manifestato la sua indiscussa volontà di rendere patrimonio dello Stato il simbolo del Parco e la cui approvazione è giunta a conclusione di una lunga mobilitazione: dalla fine dello scorso ottobre, centomila cittadini e molte personalità del mondo dello spettacolo, della cultura e dell’ambiente avevano aderito con entusiasmo alla campagna di raccolta firme promossa da Alfonso Pecoraro Scanio come presidente della Fondazione Univerde».

Contro questa decisione si erano schierati Legambiente. Il presidente nazionale Vittorio Cogliati Denza e il responsabile isolano, nonché presidente del Cigno verde Sardo Vincenzo Tiana, si dissero contrari alla prelazione: «Perchè acquisire al patrimonio pubblico Budelli stona in un momento in cui la crisi economica e gli eventi alluvionali degli ultimi giorni rendono fin troppo evidenti le vere priorità in campo ambientale in Sardegna», tuonarono nel dicembre scorso i due. Ai quali si aggiunse l’autorevole voce di Andrea Carandini, presidente del Fai, che affermò: «un privato può garantire uno stanziamento di fondi e una salvaguardia paesaggistica che non sempre lo Stato pubblico è in grado di assicurare: i milioni richiesti per il riscatto dell’isola potrebbero essere utilizzati per il riassetto del territorio e per far si che certi disastri, come l’ alluvione che ha colpito la Sardegna, non provochino la devastazione di cui siamo stati più volte testimoni».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’intervista

Giuseppe Mascia: «Cultura e dialogo con la città, riscriviamo il ruolo di Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative