La Nuova Sardegna

contro presidente e giornalisti

La polemica sugli armatori, Murgia preannuncia esposti

La polemica sugli armatori, Murgia preannuncia esposti

CAGLIARI. La polemica tra Michela Murgia e Ugo Cappellacci a colpi di metafore marinare potrebbe avere un seguito in tribunale. La candidata di Sardegna possibile avrebbe infatti annunciato, parlando...

08 febbraio 2014
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CAGLIARI. La polemica tra Michela Murgia e Ugo Cappellacci a colpi di metafore marinare potrebbe avere un seguito in tribunale. La candidata di Sardegna possibile avrebbe infatti annunciato, parlando con inviati della stampa nazionale, un esposto contro il governatore per aver affermato che lei fa l'«inchino agli armatori». Espressione che la scrittrice ritiene diffamatoria perché «non m'inchino a nessuno».

Riguardo invece alla battuta sulla “stazza” della scrittrice e al paragone con la Costa Concordia, per cui Cappellacci si era scusato prima del dibattito televisivo alla Rai, la Murgia avrebbe detto che non le fanno «né caldo né freddo».

In una nota di Sardegna possibile si legge inoltre che Michela Murgia ha dato formale mandato ai suoi avvocati di depositare un esposto per diffamazione a mezzo stampa contro la testata Italiana L'Unità e il giornalista Giacomo Mameli, autore di un articolo che afferma che la candidata alla carica di presidente della regione Sardegna è «sponsorizzata» da armatori che operano in Sardegna. «Michela Murgia – si legge ancora nel comunicato– utilizza la sua pagina pubblica su Facebook per fugare ogni dubbio scrivendo uno status che sottolinea la politica di gestione trasparente della coalizione e annuncia la messa online dell'elenco delle donazioni ricevute». Il commento sul social network prosegue affermando che «i nostri avversari politici non hanno ancora capito che le campagne elettorali non si fanno con i soldi, ma confrontandosi con tutte le nostre comunità. Vorremmo che tutti i partiti fossero in grado di dichiarare le proprie fonti di finanziamento e di mostrare la stessa nostra trasparenza».

La replica di Giacomo Mameli: «Ho sponsorizzato anche Michela Murgia e non credo, neanche oggi, che costituisca reato. Constato che una scrittrice-catechista non è unta dal crisma della tolleranza e manifesti allergia a chi non usa solo l'incenso. Di assoluzioni , in tribunale, ne ho avuto tante per aver "rispettato il diritto di cronaca"».

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