La Nuova Sardegna

Loceri, fucilate da un’auto contro un caffè pieno di gente

di Claudia Carta
Loceri, fucilate da un’auto contro un caffè pieno di gente

Forse un regolamento di conti dopo una rissa tra due gruppi di giovani in un locale di Tortolì Nessun ferito, i clienti in fuga, la barista sotto choc. L’indignazione del sindaco Deiana

10 febbraio 2014
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LOCERI. Se i due colpi esplosi dal fucile caricato a pallettoni fossero andati a segno, quella di ieri per Loceri sarebbe stata una domenica segnata dal sangue. Ma quel che è successo all'alba nel piccolo centro ogliastrino ha scosso l’intera comunità, lasciando negli animi mille interrogativi, poche risposte e tanta paura.

Erano circa le 5 del mattino. Via Roma era deserta a quell’ora. Il bar caffè Sa Cantinetta, al civico 81, gestito da Morena Lepori, una giovane intraprendente ragazza di 35 anni di Loceri che porta avanti l’attività di famiglia, stava chiudendo i battenti dopo una bella nottata di festa e divertimento. La serranda del locale era parzialmente abbassata. Rimanevano da ultimare le pulizie, dopo un sabato di lavoro davvero intenso.

All’improvviso nel locale arriva un gruppo di giovanissimi. Quasi tutti ventenni. Hanno trascorso il sabato sera in discoteca e, prima di rientrare a casa, l’ultima fermata in allegria al bar. Sembra tutto tranquillo. Come ogni notte, a Loceri. E invece in lontananza si sente il rombo del motore di un’auto lanciata a tutta velocità, stridere di gomme. Rumori sempre più vicini che rompono il silenzio della notte.

All'altezza del bar, qualcuno dall'abitacolo estrae la canna di un fucile e, tenendolo l’arma appoggiata allo sportello all’altezza del finestrino, espode due colpi. A pallettoni. E poi, la fuga a tutta velocità verso la periferia del paese, verso il buio della notte.

Il fragore assordante dei pallettoni si unisce al rumore dei vetri del locale che vanno in frantumi. Morena Lepori si getta sul pavimento dietro il bancone per mettersi al riparo. I ventenni spaventati scappano via in tutte le direzioni. Nel locale restano i segni indelebili di una notte di follia. I fori dei proiettili sul bancone del bar, sui muri. Ovunque.

Dopo pochi istanti, nel bar arrivano i carabinieri della compagnia di Lanusei, che eseguono i rilievi e raccolgono le prime testimonianze della giovane barista, sotto shock per la vicenda assurda che l’ha vista protagonista. Ai militari, coordinati dal capitano Danilo Cimicata, il difficile compito delle indagini per risalire agli autori del gesto sconsiderato che avrebbe potuto tramutarsi in tragedia e soprattutto per capire a chi fossero indirizzate le due rosate di pallettoni.

Secondo alcune indiscrezioni, il gruppo di ragazzi era reduce da una serata in un locale di Tortolì. Un sabato sera, però, che oltre al ballo e alla musica avrebbe riservato qualche sgradita sorpresa. Qualche schermaglia con alcuni coetanei di un paese vicino. Forse qualche parola di troppo, un diverbio che si era prima tramutato in lite sempre più accesa e infine in rissa furibonda. Ma poi tutto era rientrato. I giovani di Loceri erano tranquilli, altrimenti non si sarebbero fermati a chiacchierare e bere il “bicchiere della staffa”.

Saranno gli inquirenti a chiarire se si sia trattato di un regolamento di conti e se i due episodi siano collegati, senza tralasciare però alcuna pista. In attesa della verità sulla notte brava, il sindaco Ivo Deiana ha espresso una ferma e dura condanna: «Credo di interpretare il pensiero non solo dell’intera amministrazione, ma della maggioranza della popolazione, quando dico che si è trattato di un gesto frutto di una mente criminale, che poteva avere conseguenze drammatiche. Loceri non è mai salito alla ribalta della cronaca per episodi simili, che sono realmente sporadici, dato che non esistono situazioni di tensione che possano sfociare in fatti così gravi. Esiste un paese laborioso, con le sue difficoltà, che intende isolare e bloccare sul nascere simili episodi di violenza».

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