La Nuova Sardegna

Arzachena, accuse anonime alla giunta

di Serena Lullia
Arzachena, accuse anonime alla giunta

Lettera in Comune su future, possibili tangenti a sindaco e assessori. Ragnedda: strategia mafiosa contro scelte di rottura

23 aprile 2014
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INVIATO AD ARZACHENA. Reagisce alla lettera intimidatoria firmata «un onesto cittadino» denunciando pubblicamente il contenuto della missiva. Il sindaco Alberto Ragnedda va all'attacco delle accuse anonime recapitate in municipio. Il documento sostiene che la società del Qatar, proprietaria della Costa Smeralda, sarebbe pronta a pagare una tangente di 200mila euro al primo cittadino, all'assessore all'Edilizia privata Gianni Baffigo e al delegato alle Attività produttive, Franco Carletti, per ottenere l'autorizzazione a installare il villaggio di Harrods, a Porto Cervo quest’estate. La lettera è stata inviata anche al procuratore della Repubblica, Domenico Fiordalisi, al presidente della Regione, all'assessore regionale all'Urbanistica, ai carabinieri di Porto Cervo e Arzachena, ai capigruppo di opposizione. Il sindaco non ha dubbi. Dietro la lettera si nasconde una strategia mafiosa che punta a impedire all'amministrazione di fare scelte diverse dal passato. Proprio in questi giorni la giunta Ragnedda lavora alle nuove regole per le zone H, la stessa classificazione urbanistica assegnata al piazzale del molo vecchio in cui nell’estate 2013 era nato il villaggio di Harrods.

Minacce. «Già in passato abbiamo ricevuto delle minacce, più o meno velate, attacchi diffamatori e denigratori – commenta il primo cittadino –. Ma abbiamo lasciato correre. Siamo una amministrazione di rottura, eletta dalla comunità per fare scelte coraggiose. Abbiamo sempre saputo che la nostra azione avrebbe incontrato forti resistenze. Questa lettera però ha superato ogni limite. È diffamatoria, calunniosa e soprattutto è di stampo mafioso. Punta a far cambiare la rotta alle nostre scelte, a delegittimarci agli occhi della nostra comunità. Noi non cambiamo di un centimetro la linea. Continueremo a operare nel rispetto della legalità e delle attuali leggi. Questo tentativo di intimidirci è inaccettabile e ci spinge a proseguire la nostra attività di onesti amministratori con maggiore determinazione».

Le accuse. L'anonimo cittadino descrive nella lettera un disegno ben preciso. La società qatarina sarebbe disposta a pagare tangenti a più zeri per realizzare la seconda edizione del villaggio estivo del lusso firmato Harrods. Al momento il Qatar ha presentato una richiesta di autorizzazione allo Sportello delle attività produttive per installare le vetrine commerciali al Molo vecchio di Porto Cervo. Ma il dirigente non ha firmato il via libera. «Sul villaggio di Harrods lo scorso anno la magistratura ha aperto una indagine – precisa il sindaco Ragndda –. Sulla base dell'attuale quadro normativo quell'attività potrebbe anche essere autorizzata, come accaduto per tanti anni. Ma fino alla chiusura dell'indagine crediamo sia opportuno non autorizzare nulla».

I sospetti. La lettera intimidatoria è arrivata sulle scrivanie del dirigente degli Affari generali, del segretario comunale e della polizia locale in buste senza timbro postale. Il sospetto è che la missiva sia finita nella corrispondenza attraverso una consegna a mano. Operazione possibile solo a poche persone. Il corvo ha anche una ottima conoscenza della materia urbanistica. Gli errori ortografici sembrano solo un goffo tentativo di sviare gli inquirenti. Difficile pensare che chi mastica così bene il linguaggio urbanistico e il codice penale, conosce la differenza tra zone H, F e G, argomenta su corruzione e abuso di ufficio, possa fare sbagli così macroscopici.

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