La Nuova Sardegna

Regione: subito il punto franco a Cagliari

di Umberto Aime
Regione: subito il punto franco a Cagliari

La maggioranza presto aree free tax a Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme e Arbatax. L’opposizione: troppo poco

11 giugno 2014
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CAGLIARI. La zona franca integrale no, i punti franchi doganali sì. La Giunta pensa solo a quelli ed è pronta anche ad accelerare i tempi per «definire il perimetro delle aree fiscali di vantaggio», a cominciare da quella cagliaritana, perché «altro non è possibile realizzare».

Il verdetto. Obbligata a sedersi di fronte ai prefetti della Sardegna, la Regione governata dal centrosinistra ha detto, ancora una volta e ieri con il direttore generale della Presidenza, Alessandro De Martini, che «la zona franca integrale era e resta una bandiera elettorale del centrodestra». Certo, nella sala riunioni della Prefettura di Cagliari, ogni passaggio è stato molto più formale, ma il senso è proprio questo: «Sono realizzabili solo i punti franchi concessi alla Sardegna, nel 1998, di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme ed Arbatax (e lo farà presto con un disegno di legge) ma non ha un futuro la legge approvata nel 2013 dal Consiglio regionale (maggioranza di centrodestra) che lanciava nei fatti la zona franca integrale estesa a tutta la Sardegna».

La contestazione. A costringere la Regione a sedersi al tavolo era stata una lettera inviata qualche giorno fa alla prefettura dal Movimento per la zona franca, che contestava proprio la «mancata attuazione della legge del 2013». E ieri la Regione ha detto che quella legge rimarrà comunque lettera morta. È ovvio che il risultato della riunione non ha soddisfatto il Movimento e lo si capisce dal commento di Modesto Fenu, consigliere regionale eletto proprio dai «zona franchisti», alleati col centrodestra alle elezioni regionali. «C’è stata una parziale apertura da parte della Giunta – scrive Fenu – con la disponibilità dimostrata per i sei punti franchi doganali, ma la stessa disponibilità per noi è solo una tappa del percorso che deve portare al riconoscimento della zona franca integrale al consumo e di fiscalità che continua a essere l’unico strumento straordinario per risollevare l’economia in Sardegna». Per questo, il Movimento andrà avanti e lo ha fatto con la mozione presentata in Consiglio, ma che già da ora pare destinata a non avere i numeri per superare lo scoglio della votazione. È chiaro: il centrosinistra dirà ancora una volta no alla zona franca integrale. Anche se Fenu, nello stesso comunicato, ha auspicato «un dibattito libero da pregiudizi e da posizioni ideologiche». Sarà impossibile perché il progetto della fiscalità di vantaggio generalizzata è stato uno dei punti su cui i due Poli si sono scontrati in campagna elettorale e ancora continuano a darsele di santa ragione.

La proposta. Quella della Giunta è una sola Accelerare l’iter per il punto franco di Cagliari, le procedure sono già a buon punto, e poi «aprire tavoli tecnici di confronto per istituire gli altri cinque punti franchi stabiliti nel 1998». Stop.

Le controproposte. Sono arrivate ancora una volta dal centrodestra. Non solo dal Movimento, ma soprattutto da Forza Italia. L’ex governatore Ugo Cappellacci ha detto che «la Giunta non deve mollare la presa e non può sempre accontentarsi di risultati intermedi. Se è giusto e doveroso – prosegue – portare avanti la realizzazione dei punti franchi doganali, è altrettanto doveroso puntare al riconoscimento della zona franca integrale». Secondo il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, «è questa l’unica strada che può imprimere una svolta all’economia sarda e qualcuno dovrebbe liberarsi dalla sindrome della penna rossa che colpisce quanti pensano a cancellare e non a costruire». Anche per l’ex assessore alla programmazione, Alessandra Zedda (Forza Italia) «la Giunta deve puntare al bersaglio grosso e non può continuare a essere prigioniera di uno scetticismo smentito dalla storia». Ma Pigliaru e più hanno già detto di non credere alle illusioni elettorali.

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