La Nuova Sardegna

Banco di Sardegna, dipendenti in sciopero

di Alfredo Franchini
Banco di Sardegna, dipendenti in sciopero

Oggi chiuse agenzie e filiali. Sotto accusa il blocco delle assunzioni e il taglio di sportelli: visioni contrapposte con l’azienda

04 luglio 2014
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CAGLIARI. Per il Banco di Sardegna oggi sarà un venerdì nero. Sciopero generale in tutte le agenzie e filiali del maggiore istituto di credito dell’isola. I sindacati alzano il tiro e ricorrono allo strumento estremo dello sciopero in una vertenza che s’è iniziata nell’autunno di due anni fa quando vennero illustrati il piano industriale del gruppo e la procedura su esuberi e mobilità. In questi due anni è passato un secolo: sono cambiati i vertici di viale Umberto, (presidente e direttore generale sono ora Antonello Arru e Giuseppe Cuccurese), ed è stata avviata la ristrutturazione del gruppo modenese che detiene la maggioranza delle azioni del Banco di Sardegna.

A Sassari è stato avviato un piano basato su incentivi all’esodo o prepensionamenti di cui hanno beneficiato tutti i gruppi bancari italiani e che è stato sottoscritto dalle organizzazioni sindacali. Per i sindacati, quindi, i dipendenti del Banco hanno già pagato un prezzo e ora si deve rilanciare la qualità del lavoro. Alla base dello sciopero di oggi - dicono i sindacati - c’è la necessità di assumere e non continuare a contare nuovi esuberi: circa 500 su 2.500 lavoratori, sostiene la Cisl. Il Banco, da parte sua, contrappone l’assunzione di un ristretto numero di interinali e rallenta sul piano di tagli e razionalizzazione degli sportelli. È prevista la chiusura, infatti, di una decina di sportelli della Banca di Sassari, laddove si sovrappongono a quelli del Banco, e ancora la chiusura di un’altra decina, stavolta del Banco, in quei paesi dove c’è solo un impiegato. Dagli incontri che ci sono stati tra Banco e sindacati è emersa questa volontà. (Si tratterebbe di sportelli mono addetti che attualmente aprono due o tre giorni la settimana).

Le organizzazioni dei bancari vogliono vederci chiaro: il Banco deve riconquistare quote di mercato - dicono - e lo può fare se sarà rilanciato il lavoro nelle agenzie. Sotto accusa, nello sciopero di oggi, c’è la politica della capogruppo modenese «che soffoca l’autonomia del Banco» e anche il recente caso di Sardaleasing. Anche su questo la visione è contrapposta: per i sindacati si tratta di uno scippo quello che ha visto la fusione per incorporazione di Abf leasing in Sardaleasing; (il Banco di Sardegna detiene il 50,12% delle azioni ma, grazie a una modifica dello Statuto, a decidere sarà Bpr che ha il 49,86% del capitale). Visione contrapposta perché l’istituto di viale Umberto ricorda che la sede legale è rimasta in Sardegna, (e quindi Sardaleasing continuerà a pagare le tasse sull’isola), e ha tenuto il marchio originale. Quella che una volta era la foresta pietrificata, visto che per mezzo secolo le banche avevano operato sotto la protezione dello Stato e di Bankitalia, è una foresta in continuo movimento. Dell’anomalia sarda, (il 70% degli sportelli è concentrato tra due banche, Intesa e Banco) si parlerà oggi in un convegno internazionale a Cagliari partendo dal blocco del credito. Ci saranno anche i rappresentanti del Banco. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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