La Nuova Sardegna

Spending review e Province: è caos su strade e scuole

di Pier Giorgio Pinna
Spending review e Province: è caos su strade e scuole

A 13 mesi dai commissariamenti situazione quasi ingestibile. L’assessore Erriu: Unioni di Comuni e Distretti in tempi brevi

20 luglio 2014
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SASSARI.Le otto Province sarde rischiano di morire prima del tempo: per asfissia. «Mancanza di soldi cronicizzata», si potrebbe leggere in un ipotetico referto che dovesse certificare l’avvenuto decesso. Ci sono difficoltà incombenti, nei prossimi mesi, persino per pagare il personale delle società in house. E c’è il pericolo che segnino il passo tutte le attività che dipendono da enti soppressi sulla carta ma di fatto ancora in vita. Si va dalle manutenzione delle strade sino ai lavori nelle scuole superiori, dai provvedimenti in difesa del territorio a quelli per le risorse idriche ed energetiche. Un lungo elenco che tocca competenze a volte delicatissime. E voci di spesa sottoposti a pesanti ridimensionamenti gestionali dopo gli ultimi giri di vite.

Penuria e ristrettezze. Di recente la giunta regionale ha stretto i cordoni della borsa ai 4 commissari delle nuove Province: Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano, Sulcis Iglesiente. Ma anche quelle storiche (Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano) sono state nel tempo sottoposte a rigide sforbiciate. Un dato per tutti: nel Nuorese entrate dimezzate in 8 anni, dai 79 milioni del 2005 ai 34,5 del 2013. E non nuotano certo nell’oro neppure le altre. Così l’intera faccenda suscita in queste ore un acceso dibattito. Dibattito politico, ma non solo. Da una parte, c’è chi vede nei tagli l’accelerazione del processo per eliminare istituzioni definite inutili e parassitarie. Dall’altra, chi sostiene che in questo modo si favorisce soltanto il caos amministrativo e si creano a cascata in ogni parte della Sardegna situazioni confuse. Accompagnate spesso - si sottolinea ancora - dalle incertezze e dai disagi di fornitori, artigiani, commercianti e appaltatori che aspettano i pagamenti dei servizi.

La posizione della giunta. Ma su tutti i punti l’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu, è molto chiaro. «In realtà – sottolinea – sia noi come Regione sia le Province sia i Comuni, tutti insomma, siamo vittime nella stessa misura dell’attuale crisi di finanza, aggravata dai blocchi imposti dal Patto di stabilità». Entrando nel dettaglio, l’esponente del Pd spiega: «Alcune decisioni sono state prese dalla giunta Cappellacci, non da noi. Nello stanziamento per il Fondo Unico disposto dal centrodestra, per esempio, non abbiamo potuto che prendere atto della quota di 580 milioni e 500mila euro riservata complessivamente ai Comuni e alle Province: 70 milioni e 200mila euro dei quali solo per queste ultime, esattamente come nel 2012. Solo che stavolta in questa cifra sono compresi i 20 milioni di accise Enel che in precedenza venivano erogati alle Province in maniera separata». Per inciso, lo stesso meccanismo ha penalizzato i municipi sardi, che per la medesima ragione hanno dovuto rinunciare a 28 milioni.

Calcoli e tempi. «Quindi - riassume Erriu - se oggi le Province devono fare i conti con questi 20 milioni in meno, non si deve dimenticare che tutte e otto perdono pure i finanziamenti in passato percepiti dallo Stato sulle immatricolazioni dei veicoli, ora non più previsti. Un alt ai trasferimenti finanziari disposto a Roma. Sul quale noi, come Regione, non abbiamo poteri». «Anzi – prosegue l’assessore - voglio precisare che la raccomandazione data di recente alle 4 nuove Province consiste nel semplice invito ad attenersi all’ordinaria amministrazione: un ente commissariato non può andare oltre. Perciò ci siamo limitati a ricordare come non sia ammissibile la stipula di contratti e l’assunzione d’impegni che eccedano questo limite».

Le distinzioni. In realtà, oggi, si potrebbe tracciare una riga e sistemare da un lato le vecchie Province e dall’altro quelle di più recente istituzione. Tutte rette da commissari, con in più Cagliari. Ma in effetti, dato che i vertici delle altre si considerano, per le disposizioni date a suo tempo da Cappellacci, presidenti-liquidatori, il quadro differisce solo in parte. «Perché – come rimarcano parecchi amministratori delle Province – patiamo a ogni modo la medesima riduzione di fondi che mette a rischio la sopravvivenza degli enti».

Disagi e guai. «Un fatto è insomma piuttosto evidente: la fase che attraversiamo è di particolare confusione – osserva l’assessore regionale – Per la parte che ci compete abbiamo avviato un processo di riforma per il riassetto degli enti. Richiederà diversi mesi e si svolgerà in parallelo a quello cominciato su scala più generale nel resto d’Italia. Noi dobbiamo tenere conto del nostro Statuto autonomo. A Roma devono seguire il riassetto costituzionale». La sentenza della Consulta che aveva bocciato il Salva Italia di Monti sui tagli delle Province ha infatti imposto fin dallo scorso anno la necessità di un nuovo passo per arrivare a una riorganizzazione complessa senza più passare per pericolose scorciatoie.

La rivoluzione alle porte. E nell’isola una serie di circostanze sfavorevoli ha fatto allungare i tempi. La giunta Cappellacci si era difatti impegnata a far durare il commissariamento delle Province pochi mesi e a varare poi misure di riordino. Non è successo. E il nuovo esecutivo si è trovato così a dover affrontare la patata bollente. Da raffreddare al più presto: oltre alla paralisi per assoluta carenza di cash, le 4 Province storiche sarebbero altrimenti chiamate a nuove elezioni entro aprile. Con altri gravissimi inconvenienti.

Impegni e prospettive. «Noi - puntualizza Erriu - intendiamo mantenere in piedi le Province sino alla riforma costituzionale a doppio binario di cui si è parlato sinora. E per quanto ci riguarda sia le nuove sia le vecchie dovranno scomparire». «Saranno sostituite da un sistema più moderno e agile – prosegue - Fondato per un versante di rilievo dalle Unioni dei Comuni. E sostenuto sotto altri aspetti da servizi sovramunicipali, come nel caso di Cagliari città metropolitana, e da distretti amministrativi. Lavoreremo in maniera rapida ed efficace. Ma questi sono processi che prevedono il coinvolgimento politico di tutti, a livello locale e più generale». «Capiamo che le Province soffrono, così come soffre la Regione, che solo quest’anno ha avuto tagli per 400 milioni rispetto al 2013 – è la conclusione – Ma da parte nostra garantiremo tutto l’impegno possibile per voltare pagine e andare oltre queste criticità».

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