La Nuova Sardegna

Vendita di Capo Ceraso, a Mesina 300mila euro

di Luca Fiori
Vendita di Capo Ceraso, a Mesina 300mila euro

L’ex ergastolano mediò tra il proprietario e una società del gruppo Fininvest

23 luglio 2014
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Non solo traffico di droga e progettazione di sequestri di persona. C’era anche il ruolo di mediatore, secondo i magistrati della Dda, tra le attività svolte dall’ex ergastolano Graziano Mesina negli successivi alla grazia, concessagli dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2004.

Ieri a Cagliari durante il processo in cui è accusato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e alla commissione di altri reati (tra cui la progettazione almeno di due rapimenti) è stata ricostruita anche la mediazione di Mesina per un terreno di 500 ettari a Capo Ceraso, nel territorio di Olbia e destinato a una società collegata al gruppo Fininvest, l'Edilizia Alta Italia. Con l’ex primula rossa - che non era presente in aula - a processo ci sono Gigino Milia, 66 anni di Fluminimaggiore, finito anche lui in manette nel blitz dei carabinieri il 10 giugno 2013 che ha portato in carcere l'avvocato Corrado Altea, Franco Pinna, Efisio Mura, Enrico Fois e Luigi Atzori.

Stando a quanto riferito ieri in aula da un maresciallo dei carabinieri del nucleo investigativo di Nuoro, Mesina aveva fatto da mediatore per la vendita di 500 ettari a Capo Ceraso che il pastore Paolo Murgia, certo di aver usucapito quelle proprietà, si era sempre rifiutato di vendere. Nel 2010, invece, aveva ceduto poco prima di morire all’età di 86 anni, i suoi ettari ricevendo assegni 700mila euro.

Di questi però, stando a quanto ricostruito dalle indagini, 100mila sarebbero finiti nelle tasche proprio di Grazianeddu per la mediazione (era addirittura presente alla firma del rogito) e 200mila per la guardiania. Era infatti proprio Mesina - ha sostenuto il teste - ad avvisare quando qualcuno entrava nei terreni di Capo Ceraso, in cui l’Edilizia Alta Italia aveva preparato un progetto che prevedeva ville e alberghi per 280mila metri cubi e un porto turistico per 2000 barche. Nella corso della testimonianza il vicebrigadiere si è soffermato sul pagamento. L'Immobiliare Alta Italia consegnò all'allevatore un assegno da 700 mila euro, 400 mila secondo quanto emerso dalle indagini andarono a Murgia e 300 mila proprio a Mesina, di cui 200 mila sarebbero serviti per pagare il servizio di guardiano e 100 mila per la mediazione. Tra i dettagli emersi nel corso del procedimento, anche i contrasti nati sulla cifra incassata dalle parti. Quando l'anziana moglie del pastore si era accorta di aver ricevuto solo 400mila euro, invece dei 500mila che si aspettava, si era risentita facendo arrivare le sue proteste all'ex ergastolano. Quest'ultimo - come riferito dal teste - si era infuriato e aveva chiamato la donna di 83 anni, urlandole contro: «Se vengo lì, le sbatto la testa al muro».

Durante l’udienza di ieri si è parlato anche del traffico di droga, delle telefonate e delle intercettazioni ambientali in cui la droga veniva chiamata appartamento, oppure in cui venivano fissati gli incontri per la consegna della merce. Il processo, dopo la pausa estiva, riprenderà il prossimo 18 settembre.

Video

Raggiunto l'accordo per la Giunta, Alessandra Todde: «I nomi degli assessori subito dopo Pasqua»

Le nostre iniziative