La Nuova Sardegna

Ecco il Bubble football, il calcetto in una bolla

di Mario Frongia
Ecco il Bubble football, il calcetto in una bolla

Il nuovo sport estivo arriva in tante spiagge e diverte. Correre, ridere, rotolare e magari tentare di fare gol

03 agosto 2014
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di Mario Frongia

CAGLIARI.. Lo chiamano Bubble football. Ed è una storia di tamponamenti, spinte, scossoni. E risate. Di questi tempi, si gioca a piedi nudi, sulla sabbia. Avvolti da una mega bolla di plastica e aria. Con il compito di calciare il pallone in una porticina. Vince chi segna di più. Banale? Niente affatto. Anche perché per segnare le abilità pallonare contano poco o nulla. Forza, tempismo e furbizia nel muoversi, alla lunga fanno la differenza.

Il debutto sulla spiaggia del Poetto, ha fatto centro. Emozioni e prenotazioni vanno di pari passo. E adesso, arrivano anche le chiamate fuori sede. Da Dorgali, Quartu e Siurgus Donigala, ad esempio. Su sabbia, parquet o sterrato, si può. Col sorriso tra i denti: «Il Bubble football è innanzi tutto molto divertente. L’abbiamo importato dopo averlo visto in tv. Una pubblicità metteva in evidenza dinamismo, voglia di sfidarsi in modi diversi dal solito». Isabella Soi, trent’anni, p.r., ha colto nel segno. Alla Quarta fermata della spiaggia dei centomila, all’altezza del chiosco Palm Beach, il passatempo conquista. Tra curiosità e il desiderio di provarci. Quattro contro quattro, maschi e femmine senza distinzioni. Sfide da 10’ di simil calcetto. Ed è meglio essere in decente forma fisica.

In campo, un rettangolo di 90 metri quadri, i protagonisti indossano un gigantesco salvagente di gomma gonfiato a puntino. Per un ingombro di un metro cubo circa che lascia scoperte solo le gambe e parte della testa. Il peso? Una decina di chili. Palla al centro e via con gli spintoni. Orsi che ballano, a dirla tutta. Eppure, va. Tutti a caccia del rimbalzo giusto. Che ti avvicina alla palla e alla porticina di un metro e venti per un metro e mezzo. La partenza ricorda i giochi da cortile. Meglio, la caccia alla bandierina. Tutti in fila, allineati a bordo campo. L’arbitro dà il via. Fenomenale l’ingorgo di bolle. Si lotta per stare in piedi. Ma nessuno si fa male. Con buona pace di chi sa solo sgambettare: vince chi è scaltro, rapido, allenato.

Dunque, abbastanza praticabile. Anche su un campo a undici. Tanto che la mania del Bubble football in Italia è esplosa così. Sulle origini di questo strano sport, si dibatte: lo si dà per originario della Germania. Ma potrebbe essere nato tra Svezia e Norvegia. Di certo, nel gennaio del 2013, tra Bolzano e Merano, è stato recensito il primo incontro italiano. «Un match costa 40 euro, ovvero ciascun giocatore paga un grillo di 5 euro. Cifre abbordabili per una disciplina estiva che ha le carte in regola per radicarsi ovunque e in qualsiasi periodo dell’anno» aggiunge fiduciosa Isabella Soi.

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