La Nuova Sardegna

Meridiana respinge tutte le richieste dei sindacati

di Guido Piga
Meridiana respinge tutte le richieste dei sindacati

Olbia, no alla procedura separata per chi è pensionabile o vuole uscire Gli esuberi accusano: nel 2014 ceduto ad Air Italy il 38 per cento delle rotte

08 novembre 2014
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OLBIA. Buio. Buio è il cielo quando finisce la riunione tra azienda e sindacati sui 1634 licenziamenti cominciata alle 11 e conclusa alle 19. Buio è l’umore dei sindacalisti per i “no” incassati a ogni ipotesi di dialogo, a ogni offerta di alternativa ai tagli. Ancora più buio è lo scenario: perché l’azienda dimostra - per l’ennesima volta, ma in modo ancora più inequivocabile - di voler puntare dritta solo ai licenziamenti. Solo a quelli. Magari ridotti nei numeri. Confermando con i fatti le parole della proprietà: «O licenziamo o chiudiamo».

La dimostrazione plastica, evidente di questa linea è arrivata alle 18. Quando la Cgil ha detto a Paolo Carcone, l’uomo delle trattative per conto dell’azienda: «Facciamo due procedure. Una per chi è pensionabile e per chi vuole uscire volontariamente dalla società. Questa la concludiamo entro dicembre, per avere il massimo degli ammortizzatori sociali. Per la seconda procedura di licenziamenti, ci prendiamo tutti i mesi fino a giugno per trovare altre soluzioni. Questa è del resto la proposta del Governo; questa l’abbiamo accettata sia noi che voi».

Da Carcone è arrivato un “no” netto, secco. Le sue uniche parole chiarissime, dicono i sindacati, in una giornata (la seconda) in cui il dirigente (ancora assente l’ad Roberto Scaramella) non ha risposto mai alle domande delle dieci sigle. Neppure su un dossier del gruppo “Io sono un esubero” in cui è scritto che Meridiana, nel 2014, ha ceduto alla controllata Air Italy il 38% delle proprie rotte. Insomma, la riproposizione della denuncia secondo cui si licenzia in Meridiana perché Meridiana si autoriduce i voli. Solo dopo è arrivata una nota della società per dire che «Meridiana fly e Air Italy volano entrambe al servizio di un unico marchio, Meridiana».

Due posizioni che più lontane non possono essere. Due posizioni che appaiono inavvicinabili quando manca un mese alla scadenza dei primi 45 giorni per trovare un accordo sui licenziamenti. Potranno esserci altri 30 giorni, sì, ma la scadenza del 2014 - quella che assicura ammortizzatori sociali estesi, dai 4 ai 6 anni - salterebbe.

Un conto alla rovescia che ha unito i sindacati, senza distinzioni. «Sono molto preoccupato per i no dell’azienda alle proposte che erano del Governo» dice Franco Monaco (Filt-Cgil).

Il rifiuto sulle due procedure pesa come una macigno. Perché, salvo colpi di scena, significa che Meridiana vuole licenziare anche senza intesa sui criteri con i sindacati, anche spendendo di più, anche rischiando decine di cause. Una decisione durissima, senza la quale l’unica prospettiva lasciata intravedere dalla proprietà (ovvero, dall’Aga Khan) è la chiusura.

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