La Nuova Sardegna

Uffici del Lavoro, c’è un esposto

Uffici del Lavoro, c’è un esposto

Per il trasferimento nei locali in affitto i sindacati si rivolgono alla Procura

17 giugno 2015
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CAGLIARI. La Regione aveva deciso di dismettere i locali in affitto per dare un taglio alle spese, ma la realtà sembra essere un’altra: con una scelta duramente contestata dai sindacati l’amministrazione prepara lo sgombero dell’ex Enalc Hotel di via 28 febbraio (nella foto), la sede ormai storica dell’assessorato al Lavoro bisognosa di interventi di ristrutturazione, per trasferire gli uffici nella torre di via San Simone, proprietà dell’imprenditore Sergio Zuncheddu, che costano ai contribuenti un milione di euro l’anno e che - a detta dei sindacati - sono inadeguati «per problemi strutturali e logistici». Come dire: via dai locali di proprietà per passare a uffici privati. La protesta va avanti da un anno, ma ora è arrivato il momento delle denunce: le segreterie di Cgil-Fp, Uil-Fp, Sadirs e Fedro hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica, alla Procura della Corte dei Conti e all’Autorità anticorruzione (Anac) per chiedere se nelle decisioni dell’amministrazione regionale «possano essere ravvisati estremi di reato e di danno erariale». L’iniziativa è stata comunicata ieri mattina nel corso di una conferenza stampa e segue in ordine di tempo una lunga serie di atti formali rivolti a bloccare un trasloco ritenuto inutile, dispendioso e intempestivo. Per i sindacati infatti esiste una soluzione alternativa, che garantirebbe un forte risparmio alle casse pubbliche senza paralizzare l’attività degli uffici del Lavoro: «Gli interventi – sostengono i sindacati nell’esposto – possono essere eseguiti anche con la concomitante presenza del personale, spostando i dipendenti di piano in piano e di zona in zona, come già fatto in passato». Il tempo ci sarebbe, perché l’Asl ha concesso una lunga proroga e i lavori di messa in sicurezza si potrebbero avviare immediatamente per concludersi in tempi ragionevoli. Quella che sembra mancare è la volontà della Regione, che a giudizio dei sindacati avrebbe solo vantaggi dalla scelta di non traslocare: «Il trasferimento nei locali di via San Simone è la soluzione peggiore a danno della funzionalità degli uffici - è scritto nell’esposto - che verranno smembrati in due diverse sedi». Ma c’è anche un aspetto economico, che riguarda i contribuenti: «Con il costo di un anno della locazione - continua l’esposto - si può mettere in sicurezza e sistemare l’edificio di proprietà regionale». Peraltro la Regione ha «un patrimonio di 2457 pezzi infruttosi» ma «si decide di vendere un edificio di proprietà, quello dell’ex Enalc, senza avere una valida alternativa se non quella di procrastinare locazioni passive».

La storia dell’ex Enalc è ormai lunga e controversa. Comincia con le prime segnalazioni sullo stato dell’impianto elettrico, considerato pericoloso per chi lavora nell’edificio. Prosegue con un palleggio di documenti, da una parte chi difende la sede e vorrebbe impedirne la dismissione e la successiva vendita. Dall’altra la Regione, che ai tempi della presidenza Cappellacci si è dimostrata propensa ad affittare locali privati, soprattutto quelli dell’Immobiliare Europea. Tra via San Simone e via dei Giornalisti, sedi del Genio civile e di Sardegna.it, i canoni previsti ammontano a quasi 20 milioni nell’arco dei dodici anni di contratto. (m.l)

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