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Giudizio severo: sul sindaco di Sassari una pioggia di fischi

Giudizio severo: sul sindaco di Sassari una pioggia di fischi

La prova del “frusciometro” non è stata superata. Dopo l’Intregu più critiche che applausi per la Giunta di Nicola Sanna

15 agosto 2015
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SASSARI. La pioggia che si è rovesciata improvvisa è solo un presagio. Le gocce martellanti sulla fascia tricolore di Nicola Sanna sono un piccolo trailer del diluvio sonoro che si sarebbe abbattuto un’ora più tardi.

Il sindaco sotto i nuvoloni ha resistito stoicamente: mentre la gente, al primo temporale ha cominciato ad appiattirsi contro i muri, o a rifugiarsi dentro i portoni o i bar. Lui, mentre l’acqua inzuppava le giacche, è rimasto sul Corso ad applaudire gli Ortolani. Solo quando la banda con tutti gli ottoni luccicanti è battuta in ritirata dentro Palazzo di Città, allora anche Nicola Sanna l’ha seguita.

Ma contro la pioggia di fischi è tutta un’altra storia: non ci sono tetti che ti mettano al riparo. Ogni tanto la banda musicale può creare un’ombrello di note, ma sollevare il volume di trombe e grancassa non è sufficiente, i fischi trapassano la garza acustica e si incuneano dritti dentro le orecchie.

Insomma, quando ancora il sindaco era impegnato a brindare con i Massai, il “frusciometro” (ovvero il misuratore sassarese dell’intensità del gradimento) era già sopra le cinque tacche. La gente si era assiepata davanti all’ingresso del Teatro civico e premeva contro il cordone di forze dell’ordine. Ma soprattutto era la risacca sonora ad andare e venire, con ondate di fischi e di buuuu che promettevano burrasca. «Nicola vieni fuori!!!», e poi: «Vergogna!», e ancora: «Buffone!».

Il sindaco si offre alla spietata democrazia diretta con un sorriso disegnato nella pietra. La fissità dei lineamenti, mentre sta per varcare la soglia, fa un po’ paura: in quel momento riuscirebbe a cambiare espressione solo con tre iniezioni di miorilassanti.

Qualche secondo dopo viene investito dall’onda d’urto dei fischi, e ne viene fuori con lo stesso identico sorriso: ampio, sottile, e inciso nel marmo.

Gli arrivano in soccorso dei capannelli di applausi, e diverse persone si fanno largo tra le divise per stringere la mano ed abbracciare il primo cittadino. Finalmente i lineamenti di Nicola Sanna assumono nuovamente una consistenza umana. Il peggio sembra passato, anche se il sottofondo di fischi, con alti e bassi, in verità non l’abbandona lungo tutta la discesa.

In fondo però il sindaco era preparato. I bookmaker pagavano gli applausi 10 a 1, e anche nel chiacchiericcio di Palazzo di Città, tra un tramezzino, un dolcetto e un buon vino, nessuno tra politici e autorità avrebbe scommesso un centesimo sull’ovazione per la giunta.

«Gira questa convinzione che l’amministrazione non stia facendo nulla – dice Nicola Sanna – anche se nella realtà non è affatto così. Temo che questa visione distorta poi condizioni l’umore della gente».

Il salotto vip di Sassari, per quest’edizione è piuttosto avaro di celebrità. E in verità anche di ospiti. Raramente, negli anni precedenti, si sono visti così ampi spazi di manovra tra un vassoio e l’altro. Gli elenchi degli invitati si sono sicuramente assottigliati, ma soprattutto l’amministrazione Sanna ha dichiarato guerra agli imbucati e ha schierato all’ingresso di Palazzo di Città una sorta di security: un armadio di due metri, un altro buttafuori con auricolare, molto ligi al dovere, ma ben poco ferrati sui volti noti. E poi altri addetti depositari dell’elenco degli ammessi. Una selezione che può andare bene davanti a una discoteca, con schiere di ragazzini pronti a infilarsi a sbafo. Ma che diventa molto imbarazzante per persone con i capelli bianchi, magari con moglie al seguito, che si vedono stoppare, o peggio rimbalzare, in maniera piuttosto antipatica.

Intanto il “frusciometro”, dopo il picco iniziale, si è stabilizzato su livelli di guardia. La disapprovazione si percepisce, ma non fa più tanto rumore. Anzi, a Porta Sant’Antonio accade un fatto inedito: c’è un muro umano ad accogliere il corteo, ma non si solleva nemmeno un applauso. Il temuto agguato di fischi non c’è, ma si avverte lo stesso una sensazione di disagio: il sindaco e la giunta in quel tratto, sfilano a mollo nell’indifferenza.

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