La Nuova Sardegna

Altre mille bombe per l’Arabia Saudita imbarcate al porto di Olbia

di Giampaolo Meloni
L'imbarco a Olbia di uno dei tir carichi di bombe per l'Arabia Saudita
L'imbarco a Olbia di uno dei tir carichi di bombe per l'Arabia Saudita

Quattro tir partiti dalla fabbrica di Domusnovas sono stati cariati su un cargo. La denuncia di Pili (Unidos): l’ennesimo carico illegale ha attraversato tutta l’isola

22 novembre 2015
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OLBIA. Un carico di mille bombe ha attraversato venerdì sera la Sardegna per essere caricato su un cargo nel porto di Olbia e trasportato a Piombino con destinazione Arabia Saudita. Un altro «viaggio di morte» come lo ha definito il parlamentare di Unidos Mauro Pili che aveva già nelle scorse settimane denunciato il commercio delle armi prodotte dalla fabbrica tedesca Rwm con stabilimento a Domusnovas, nel Sulcis Iglesiente, e imbarcate dall’aeroporto di Elmas lo scorso mercoledì.

Il viaggio. «L'ennesimo illegale carico di bombe», ha commentato il deputato nel suo profilo Facebook, fornendo anche dettagli sul trasporto che stavolta è stato effettuato dal porto della Gallura, forse, denuncia, «nel maldestro tentativo di sfuggire ai riflettori dell’aeroporto» di Cagliari». Le mille bombe Mk83 sono state sistemate su quattro Tir nell’impianto di Domusnovas. Il convoglio è partito alle 14 di venerdì, ha attraversato l'intera isola lungo la strada statale 131 e quindi la diramazione nuorese verso Olbia. I tir, scortati da sicurezza privata, sono arrivati al porto di Olbia alle 19 e qui, dal molo Cocciani, sono stati imbarcati su un cargo della Moby Lines diretto a Piombino.

Il no dell’Onu. «Si tratta di bombe vietate dall’Onu e la cui compravendita è vietata persino dalle norme italiane – commenta Pili –. La stessa destinazione è sotto accusa, a partire dall'Onu. Le stesse bombe hanno già provocato la morte di oltre 400 bambini nello Yemen dove l'Arabia Saudita sta conducendo un attacco distruttivo che sta devastando le popolazioni civili».
 
La polemica. La vicenda ha innescato una polemica nazionale. «Si tratta di un semplice scambio commerciale fatto nel rispetto della legge», ha risposto il ministro della Difesa Roberta Pinotti alle richieste di chiarimento dei deputati di Sinistra italiana. Ha scatenato così il fuoco di contrasto delle opposizioni. Il presidente della Camera Luigi di Maio (M5S) ha definito «indecente» la vendita delle bombe. «Preoccupante», è stata definita la risposta del ministro da Stefano Fassina (Sinistra italiana). Parole «inaccettabili» dice Amnesty international, che chiede un incontro con Renzi. Severo il giudizio di Pili: «Tutto questo traffico di morte dalla Sardegna sta avvenendo con l'avallo del governo italiano, prima con il parere contrario al mio recente ordine del giorno per bloccare l'operazione di Cagliari e poi con le spregiudicate e indegne dichiarazioni del ministro della Difesa Pinotti». Partecipando in un paese del Catanese alla cerimonia del premio di giornalismo Maria Grazia Cutili, Roberta Pinotti ieri pomeriggio ha ribadito: «Il nemico è l’Isis non uno stato alleato come l’Arabia Saudita che dall’Isis ha ricevuto attacchi».
 
Il via libera Usa. Il deputato di Unidos spiega la vendita delle bombe prodotte nell’isola con l’approvazione adottata il 16 novembre scorso a Washington dal Dipartimento di Stato, per la vendita al governo dell'Arabia Saudita di munizioni aria-terra, equipaggiamenti, parti e supporto logistico per un costo stimato di un miliardo e 290 milioni di dollari. «La Defense Security Cooperation Agency – riferisce Pili – ha emesso la certificazione necessaria e la notifica del Congresso per la vendita è del 13 novembre del 2015. A pochi giorni dal visto americano è stato dato il via libera all'operazione di trasbordo di ben 2000 bombe Mk83 dalla Sardegna». Mille bombe sono partite nel primo carico da Elmas, le altre sono quelle imbarcate a Olbia.

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