La Nuova Sardegna

Cedac al via con Vittoria Puccini

Cedac al via con Vittoria Puccini

Oggi la stagione di prosa sassarese apre con “La gatta sul tetto che scotta”

14 dicembre 2015
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SASSARI. Ritratto di famiglia in un interno, tra segreti e inganni, avidità e disincanto per un classico del Novecento: “La gatta sul tetto che scotta” di Tennessee Williams inaugura oggi alle 21 al Teatro Comunale la stagione de “La grande prosa” del Cedac nell'interessante allestimento della compagnia “ Gli Ipocriti” firmato da uno dei registi di punta del teatro italiano , Arturo Cirillo.

Cast stellare per un intenso dramma americano (Premio Pulitzer nel 1955): nei ruoli dei due giovani protagonisti, Maggie “la gatta” e Brick, un ex giocatore di football, rispettivamente Vittoria Puccini (diva del grande e del piccolo schermo al suo debutto sulla scena) e Vinicio Marchioni (attore di teatro e cinema, diretto da artisti come Luca Ronconi e Antonio Latella - nonché interprete de Il Freddo in "Romanzo Criminale"), accanto a Paolo Musio (Papà), Franca Penone (Mamma), Salvatore Caruso (reverendo Tooker e dottor Baugh), Francesco Petruzzelli (Gooper, il fratello di Brick) e Carlotta Mangione (la cognata Mae).

“La gatta sul tetto che scotta” racconta le ansie, il difficile presente e l'incertezza del futuro di Maggie, una giovane donna, ferita dalla freddezza del marito - e dalla finzione di un matrimonio di facciata - e il dolore nascosto di Brick, ex campione di football, cupo e introverso, che maschera dietro i silenzi, l'insofferenza verso le avances della moglie e le risposte rudi, le proprie ferite sull'anima, e in particolare la tragedia della perdita di un amico, un ex compagno di squadra, che si è tolto la vita.

Un groviglio di passioni – e contraddizioni – racchiuse tra le mura domestiche. L'arte di Tennessee Williams – al secolo Thomas Lanier Williams – tra i più brillanti e celebrati drammaturghi americani - mette a nudo l'anima dei protagonisti, attraverso parole e gesti apparentemente insignificanti, minimalisti e quotidiani, quasi casuali, ma significativi che compongono come le tessere di un mosaico un ritratto efficace dei singoli personaggi e mostrano il volto mutevole, sfaccettato e contraddittorio della verità.

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