La Nuova Sardegna

Onorato, è guerra in famiglia

Onorato, è guerra in famiglia

Le figlie minori in comunità dopo la fuga. L’armatore: tutta colpa della madre

21 gennaio 2016
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CAGLIARI. Le due figlie di Vincenzo Onorato sono scappate di casa per fuggire dal padre. Dal 12 gennaio si trovano in una comunità protetta, dove rimarranno fino al 26, quando il tribunale per i minorenni dovrà decidere se affidarle ai servizi sociali. La vicenda, riferita ieri da Repubblica, fa parte di una lunga contesa tra l’armatore napoletano, proprietario di Moby Lines e Tirrenia Cin, e la moglie Lara Ciribì. Nel maggio 2015 Onorato aveva ottenuto che i tre figli minorenni vivessero con lui. Il tribunale di Milano aveva ordinato il rimpatrio dei tre ragazzini, che così tornarono da Miami, dove la madre li aveva tenuti per mesi. Illegittimamente, tanto che la donna è indagata a Milano per sottrazione internazionale di minori. Ma la notte del 12 gennaio le due ragazzine hanno deciso di fuggire dalla casa paterna. Hanno gonfiato i letti con i cuscini e hanno rassicurato il fratellino che sarebbero tornate a prenderlo. Una volta in strada, hanno composto il numero della madre che le ha raggiunte e ha chiamato il 113. Agli agenti le due ragazzine hanno fatto ascoltare la registrazione di un audio, effettuata dal fratello il 31 dicembre durante una vacanza a New York, in cui l’armatore le insulta. Seguono le urla della bambine e rumori che potrebbero sembrare percosse. La polizia ha immediatamente contattato il pm di turno, Sarah Gravagnola, che ha deciso di portarle in una comunità. A decidere il futuro delle due ragazzine sarà il giudice minorile Valentina Paletto, che potrebbe optare per i servizi sociali. La decisione è attesa per il 26 gennaio, intanto le due minori vanno a scuola e incontrano gli psicologi.

«È stato tutto organizzato dalla madre». L’avvocato di Onorato, Eva Lenski, ricostruisce nei dettagli il rapporto burrascoso con tra l’armatore e l’ex moglie. «Nell’agosto 2014 la Ciribì, in vacanza a Miami con i figli, non fece ritorno in Italia, contravvenendo alla decisione assunta dalla Corte d’appello di Milano. Allo scopo fece ricoverare le due ragazzine in ospedale e contemporaneamente avviò una serie di azioni giudiziarie, accusando il padre di violenza familiare su di lei e sui figli e chiedendone l’affidamento. Il tribunale americano – spiega l’avvocato – ha accertato che i fatti erano totalmente diversi da quelli denunciati e che i minori si trovavano in stato di grave disagio psicologico a causa della madre, che aveva orchestrato ad arte un piano per impedire il rientro dei minori in Italia».

«Il tribunale di Miami – dice ancora Lenski – ritenendo la Ciribì responsabile di abusi e maltrattamenti sui figli li ha così allontanati dalla madre e li ha trasferiti in una struttura protetta in California». Nel frattempo la giustizia italiana ha affidato i tre minori al padre, «proprio in considerazione delle conseguenze negative dei comportamenti della madre. Il recente comportamento delle bambine, programmate per parlare male del padre – dice l’avvocato – era stato ampiamente previsto dagli psicologi americani. Anche l’atto di registrare un frammento di uno sfogo era previsto. Ma fortunatamente l’episodio è avvenuto a bordo di un taxi in presenza di testimoni che consentono di riportarlo alla sua esatta dimensione e al preciso contesto. Onorato – conclude – non ha mai utilizzato nei confronti delle figlie alcuna forma di coercizione fisica e continuerà ad adoperarsi per porre rimedio al grave stato di disagio in cui versano».

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