La Nuova Sardegna

«Con la riforma rafforzata l’autonomia»

«Con la riforma rafforzata l’autonomia»

L’assessore Demuro: fondamentale l’intesa Stato-Regioni. L’opposizione: il centralismo avanza

14 aprile 2016
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CAGLIARI. La riforma della Costituzione, approvata dalla Camera, toglierà qualcosa alla Sardegna? In attesa del referendum di ottobre, gli elettori dovranno confermare o meno le novità volute dal governo Renzi, il dibattito è già affollato. Per l’assessore Gianmario Demuro non ci saranno contraccolpi negativi, anzi – dice – «la nostra autonomia esce rafforzata». Di tutt’altro avviso i commenti del centrodestra. Secondo l’ex governatore Ugo Cappellacci (Forza Italia) «il centralismo romano renderà la Sardegna sempre più ostaggio del Governo». Ancora più netta la posizione del deputato Mauro Pili (Unidos): «Con la clausola ricattatoria dell’interesse nazionale, inserita nella riforma, il Governo c’imporrà persino il deposito delle scorie nucleari». Il confronto è acceso e i toni continueranno a salire col passare dei mesi.

Demuro. «Nella riforma – scrive l’assessore – è stato finalmente inserito il principio dell’intesa fra lo Stato e le Regioni. Per noi e le altre “Speciali” era una clausola irrinunciabile e l’abbiamo ottenuta». La lettura di Demuro è questa: «Da quando la riforma entrerà in vigore, per ogni revisione dello Statuto dovrà esserci un accordo preliminare fra le parti». In altre parole, non saranno più possibili decisioni unilaterali e neanche correzioni che non siano state concordate. Nel commento non manca neanche un passaggio sul nuovo Senato: «È ancora tutto da costruire, ma è evidente che svolgerà un ruolo di raccordo fra lo Stato e le Regioni» con l’obiettivo di evitare futuri strappi.

Cappellacci. Per l’ex governatore, invece il futuro sarà nero. «Con la riforma - scrive – di fatto avanza quel centralismo irresponsabile che finora ha tenuto sotto assedio l’autonomia della Sardegna e gli effetti saranno devastanti». Per poi puntare al bersaglio grosso, il presidente Pigliaru: «Chi è al governo della Regione – prosegue – non è riuscito finora a difendere il nostro Statuto. Doveva essere tutelato con le unghie e con i denti, mentre abbiamo subito fino all’ultimo l’invadenza dello Stato. Addirittura la Giunta è arrivata a ritirare i ricorsi contro gli evidenti soprusi romani». Di fronte a questo nuovo attacco – conclude Cappellacci – «bisognerebbe smetterla con atteggiamenti pavidi e contrari a un principio fondamentale: l’autodeterminazione dei sardi».

Pili. Per il deputato di Unidos, il Governo è stato spregiudicato. «Dentro la riforma costituzionale, ha sistemato anche il prossimo deposito delle scorie nucleari». Lo avrebbe fatto con la clausola della supremazia nazionale. «Invocando questo presunto interesse superiore – prosegue – proverà a realizzare l’operazione scorie senza nessun ostacolo e senza tener conto né dello Statuto e neanche della volontà dei sardi». Per poi annunciare una mobilitazione: «Costituiremo i Comitati di Liberazione della Sardegna per dire No alla riforma». (ua)

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