La Nuova Sardegna

Domusnovas, sit-in di pacifisti davanti a una fabbrica di bombe

I pacifisti davanti alla fabbrica di Domusnovas
I pacifisti davanti alla fabbrica di Domusnovas

Raggiunto il portone d'ingresso dello stabilimento i manifestanti hanno simbolicamente steso sull'asfalto alcuni tappeti e suonato le campane tibetane

10 maggio 2016
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DOMUSNOVAS. È iniziato il sit-in dei pacifisti davanti alla fabbrica di bombe a Domusnovas. I manifestanti, dopo aver percorso a piedi e in auto circa tre chilometri, hanno raggiunto il portone d'ingresso dello stabilimento. Simbolicamente sono stati stesi sull'asfalto alcuni tappeti e suonate le campane tibetane: «la fabbrica di bombe non si ferma mai», recita come una litania una attivista.

Hanno poi preso la parola alcuni degli organizzatori della protesta. «Siamo qui ancora una volta a manifestare per chiedere che si fermi immediatamente la realizzazione di ordigni in questa fabbrica - ha sottolineato il leader di Sardigna Natzione, Bustianu Cumpostu -, bisogna riconvertirla e salvare i posti di lavoro». «Dobbiamo far finire questa vergogna per la Sardegna», ha aggiunto un'altra esponente dei movimenti pacifisti.

Presente alla manifestazione anche il senatore del M5S Roberto Cotti. «La cosa più urgente in questo momento - ha detto il parlamentare pentastellato - è bloccare questo traffico di bombe, un traffico che va contro la legge 185 del 1990. Ogni giorno in Yemen vengono uccisi centinaia di bambini con queste bombe vendute all'Arabia Saudita. Il problema del lavoro è importante, certamente, ma in questo momento assume un aspetto secondario. Bisogna prima fermare questa strage».

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