La Nuova Sardegna

Bancarotta della Sept Italia, il pm chiede tre anni e mezzo di reclusione per Cappellacci

Ugo Cappellacci
Ugo Cappellacci

Raffica di richieste di condanna per il crac da oltre dieci milioni di euro dell'azienda fallita nel 2010. La richiesta più pesante per il sindaco di Carloforte Marco Simeone: 8 anni

09 giugno 2016
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CAGLIARI. Tre anni e mezzo di reclusione per l'ex presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci (Fi) e otto anni al sindaco di Carloforte Marco Simeone. Sono le principali richieste di condanna formulate dal pm Giangiacomo Pilia al processo per il crac milionario della Sept Italia, società fallita nel 2010.

Al termine di un'ora e 40 minuti di requisitoria, il magistrato che ha sostenuto l'accusa ha chiesto la condanna per tutti i tredici imputati accusati di bancarotta.

L'attuale coordinatore regionale di Forza Italia, di professione commercialista - oggi 9 giugno presente in aula - era finito nell'inchiesta sulla presunta bancarotta dell'azienda con sede a Cagliari e stabilimento a Quartu Sant'Elena, specializzata nella produzione di vernici per l'industria, perché alla fine del 2001, in qualità di consigliere delegato, avrebbe avallato l'acquisto di una società dello stesso Simeone.

Oltre agli otto anni di reclusione sollecitati per il primo cittadino di Carloforte, anche lui presente in aula, e ai tre anni e mezzo per Cappellacci, il pm Pilia ha chiesto anche la condanna a 5 anni per Luigi e Maria Simeone, 4 anni e mezzo per Stefano Fercia, 4 anni per Marco Isola, Carlo Demele e Marcello Paolo Angius, 3 anni e mezzo per Dionigi Scano, 3 anni per Oscar Mario Gibellini, 2 anni e 2 mesi per Antonello Melis, 2 anni per Elisabetta Morello e un anno di reclusione per Riccardo Pissard. Un'altra imputata, Maddalena Comparerri, è deceduta nel corso del processo. Facevano tutti parte o del consiglio d'amministrazione o del collegio dei sindaci della società fallita, con un buco di oltre 10 milioni di euro.

Il sindaco Marco Simeone era finito in carcere nell'ottobre del 2012, liberato dopo dieci mesi di custodia cautelare e altri cinque ai domiciliari. Terminata la requisitoria del pubblico ministero, ha iniziato a parlare la parte civile, poi si prosegue domani e il 16 giugno con le arringhe delle difese.

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