La Nuova Sardegna

Referendum: Francesco Pigliaru e il Pd per il Sì, ma la maggioranza è divisa

Alessandro Pirina
Il presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi
Il presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi

Solo i dem a favore della riforma della Costituzione, gli altri politici sardi schierati per il No

03 dicembre 2016
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SASSARI Il Pd contro tutti. Il voto di domani sembra un match tra i dem e il resto del mondo. Così è a livello nazionale, ma ancora di più lo è in Sardegna, dove nella maggioranza di centrosinistra che governa la Regione si conta un nutrito esercito di contrari alla riforma Boschi. Diranno no la sinistra, i sovranisti, i centristi, ma a bocciare la revisione della Costituzione saranno anche esponenti di spicco di partiti che nel resto d’Italia sono invece dalla parte di Renzi.

La giunta per il Sì. Schierato a favore del Sì è il governatore Francesco Pigliaru, che in più di una occasione si è espresso a favore della riforma, attaccando «le bufale messe in giro da quelli del No». Supporter della revisione della Carta è poi l’assessore agli Affari generali, Gianmario Demuro, di mestiere costituzionalista, che in queste settimane ha partecipato a numerosi incontri per illustrare le ragioni del Sì. Dalla stessa parte il vicepresidente Raffaele Paci e l’intera compagine dem: Arru, Spano, Mura, Erriu, Deiana. Orientato verso il Sì anche l’assessore al Turismo, Francesco Morandi, in quota Centro democratico.

La giunta per il No. Ma all’interno della giunta c’è anche un agguerrito fronte del No. A guidarlo è l’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, leader del Partito dei sardi. Ma ne fanno parte anche l’assessore alla Agricoltura, Elisabetta Falchi, Rossomori, che «per la prima volta in vita mia sto facendo campagna elettorale», e l’assessore alla Cultura, Claudia Firino, area Sel che non aderisce a Sinistra italiana. Incerta la posizione dell’assessore all’Industria, Maria Grazia Piras, espressa da Psi e Upc, il primo a favore del Sì, il secondo schierato con il No.

Il Pd riunito. Il referendum, comunque, per ora un miracolo lo ha compiuto. Ed è quello di riunire il Pd, che fatta qualche eccezione, per la prima volta dopo tempo si trova tutto dalla stessa parte. Area Fadda-Carbras e soriani, ex-Ds ed ex Margherita. Tanto che nell’ultimo mese si sono ritrovati a dividere lo stesso palco quegli stessi big che da quasi un anno non riescono a trovare un accordo sul segretario. Da Soru a Spissu, da Ganau a Deriu, alla Barracciu. Tutti in campo per il Sì.

Parlamentari. Anche alla Camera il Pd parla una sola lingua. I dem voteranno tutti allo stesso modo: Cani, Mura, i due Sanna, Pes, Scanu, Marrocu. Sì anche dal lettiano Marco Meloni e dall’ex M5s Paola Pinna. A Palazzo Madama a favore della riforma i senatori Lai, Angioni e Cucca, mentre Luigi Manconi ha da tempo annunciato il suo No. Fedeli alla linea di partito i grillini: i deputati Corda, Bianchi, Vallascas e i senatori Serra e Cotti bocceranno la riforma. Sullo stesso fronte i forzisti Floris e Vella, il leader di Unidos Mauro Pili e Bruno Murgia, Fratelli d’Italia. Il No riunisce gli ex Sel Michele Piras e Luciano Uras, divisi sul futuro della sinistra. Ma contro le indicazioni del suo partito, il Cd, voterà No anche il deputato Roberto Capelli. I Riformatori hanno lasciato libertà di voto, ma il loro parlamentare Pierpaolo Vargiu, all’opposizione di Renzi, è orientato sul Sì.

Indipendentisti. La riforma Boschi riunisce sotto lo stesso testo le formazioni autonomiste e indipendentiste. Dal Psd’Az al Partito dei sardi, da Irs a Sardigna Natzione, a Liberu, tutti dalla parte del No. Fa eccezione La Base, schierata per il Sì.

Sindaci. I primi cittadini di Sassari, Alghero e Oristano diranno Sì alla riforma. Nicola Sanna, Mario Bruno e Guido Tendas hanno partecipato a più manifestazioni con ministri e parlamentari. Diranno, invece, no il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi, Forza Italia, e i grillini Sean Wheeler e Paola Massidda, eletti con il Movimento 5 Stelle. Ha scelto di non esporsi il sindaco di Nuoro Andrea Soddu, mentre il primo cittadino di Cagliari, Massimo Zedda, a differenza del suo partito, Sel, ha annunciato che non voterà No. Una posizione in linea con quella di Giuliano Pisapia, l’ex sindaco di Milano con cui Zedda sta lavorando per un’area di sinistra alleata al Pd di Renzi. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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