La Nuova Sardegna

Anche Forza Italia nel caos, Tedde ko

Gli azzurri si spaccano e metà gruppo fa un’alleanza trasversale: eletto Locci

14 dicembre 2016
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CAGLIARI. Se la maggioranza è in affanno, il centrodestra non sta meglio. Sempre per un posticino nell’Ufficio di presidenza del Consiglio, anche Forza Italia alla fine s’è spaccata in due tronconi.

Primo colpaccio. A vincere a sorpresa la corsa per la vicepresidenza dell’aula è stato Ignazio Locci, eletto, mentre Marco Tedde è uscito malconcio. Invece proprio l’ex sindaco di Alghero era il candidato ufficiale della minoranza, ma è stato bruciato da una rivolta silenziosa consumata – anche questa – nel segreto dell’urna. A guidarla, i giovani azzurri, pare sostenuti dal coordinatore regionale Ugo Cappellacci, e soprattutto decisi a non rispettare l’imposizione arrivata giorni fa dai vertici del gruppo consiliare. Cioè da Pietro Pittalis, Alessandra Zedda e dallo stesso Tedde. A dare una mano ai ribelli, poi vincenti al traguardo, sono stati di sicuro i piccoli partiti del centrodestra ma soprattutto quelli del centrosinistra, che con almeno dieci voti hanno fatto pendere la bilancia a favore di Locci. Il consigliere regionale dell Sulcis ha avuto così la meglio su Tedde: 21preferenze contro 13, il risultato finale. Per il trio di testa è stata una sconfitta bruciante e la reazione stizzita del capogruppo Pittalis ha alzato i toni di questa sfida che potrebbe degenerare. «Auguri sinceri al nuovo vicepresidente – ha detto Pittalis – ma avrei preferito che tutto fosse avvenuto alla luce del sole, non da dietro i muretti a secco e grazie agli accordi segreti stretti da una parte del nostro gruppo col centrosinistra». Con una coda che potrebbe essere ancor più velenosa: «Informerò subito gli organi superiori del partito – ha aggiunto – di quanto accaduto e vedremo se saranno presi provvedimenti». Dall’altra parte della barricata di questa lotta intestina non sono arrivati commenti. Anche se i grandi manovratori del blitz – fra gli altri pare Stefano Tunis – non hanno nascosto sottovoce la soddisfazione per «aver punito il triumvirato». Però al di là dei bollettini, a saltare agli occhi è soprattutto lo strappo fra la segreteria del partito, Cappellacci, e il capogruppo Pittalis. Quale sarà l’effetto dello scontro lo si capirà presto.

Secondo colpaccio. Nella giornata confusa delle votazioni, il centrodestra ha difeso comunque il questore che aveva, con la riconferma di Giorgio Oppi dell’Udc. Ma anche per il leader dei centristi non sono mancati i rischi di essere impallinato. È stato rieletto solo perché a uno dei due candidati ufficiali del centrosinistra – Pier Mario Manca del Partito dei sardi – hanno annullato diversi voti. Per l’esattezza, i sette di consiglieri, chissà se spinti dal dolo o dalla dimenticanza, che hanno scritto sulla scheda solo Manca, e non anche il nome per evitare l’omonimia con un altro Manca, Gavino del Pd ed è per questo che Pier Mario ha perso. Sta di fatto che Oppi da vecchio leone è rimasto in sella e forse ha dato una mano anche ad Alessandro Unali di Sinistra sarda. Lo strano ticket ha funzionato proprio nel momento in cui Unali stava per essere scaricato da una parte del centrosinistra sempre per un posto di questore. Per lui però è arrivato in soccorso anche l’Udc e, alla fine, uno solo ha perso: Pier Mario Manca. (ua)

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