La Nuova Sardegna

Cisl: «Capotreno aggredita da un gruppo di nigeriani»

di Gavino Masia
Cisl: «Capotreno aggredita da un gruppo di nigeriani»

Il sindacato: palpeggiata nelle parti intime, poi in ospedale in stato di choc Per ora nessuna denuncia. Caso nazionale, reazioni dure: dalla Meloni alla Lega

16 luglio 2017
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SASSARI. «Donna capotreno aggredita fisicamente e palpeggiata nelle parti intime da un gruppo di nigeriani sprovvisti di biglietto». Diventa un caso nazionale la gravissima denuncia – al momento priva di riscontri perché non è stata formalizzata alle forze dell’ordine – fatta ieri dalla Fit-Cisl regionale. Con un comunicato, immediatamente rilanciato nei siti di tutte le testate italiane, il sindacato ha segnalato un caso di aggressione e molestie che sarebbe accaduto alle 9.30 a bordo del treno 26981 in partenza dalla stazione marittima di Porto Torres e diretto a Cagliari. Secondo il segretario regionale Valerio Zoccheddu e Claudia Camedda, responsabile del coordinamento Donne Fit-Cisl, otto uomini avrebbero circondato e molestato sessualmente la capotreno che aveva chiesto loro di esibire i biglietti. Del caso, sempre secondo il racconto della Fit Cisl, si sarebbe interessata la Polfer che avrebbe identificato gli autori dell’aggressione senza tuttavia procedere a fermi.

Il racconto, che ha suscitato comprensibile indignazione ma anche una ondata di xenofobia, deve essere verificato dalla polizia che acquisirà le immagini della video sorveglianza, sempre attiva a bordo dei treni. Questo perché, almeno fino alla tarda serata di ieri, né la Polfer né la questura né i carabinieri avevano ricevuto alcuna denuncia di abusi fisici e sessuali da parte della presunta vittima. Risulta invece che ieri mattina la Polizia ferroviaria di Sassari sia intervenuta in città, a bordo del treno in arrivo da Porto Torres, per identificare un gruppo di passeggeri stranieri sprovvisti di biglietto che al momento della partenza avevano aggredito verbalmente la capotreno che chiedeva loro i documenti di viaggio. L’atteggiamento aggressivo dei passeggeri aveva, è stato riferito dalla capotreno alla Polfer, intimorito la responsabile del convoglio ferroviario. Questo è stato il tenore della segnalazione ma senza parlare di aggressioni fisiche o sessuali. La mancata denuncia, spiegano i sindacalisti ai quali si è rivolta la capotreno, sarebbe dovuto alla paura della iscritta di ritorsioni nei suoi confronti e della sua famiglia. «La signora è stata prima circondata minacciosamente da queste persone – dice il responsabile Fit-Cisl Valerio Zoccheddu - e poi anche aggredita fisicamente e sessualmente, con un palpeggiamento nelle parti intime». Una volta arrivata a Sassari la capotreno è stata poi accompagnata in ospedale, pare ad Alghero, dove è stata trattenuta in osservazione in stato di choc. Intanto, il coordinamento Donne Fit-Cisl Sardegna ha preso posizione e denunciato la sempre più crescente “solitudine” del personale di bordo e ha chiesto «alla direzione regionale di Trenitalia Sardegna di farsi carico di salvaguardare l’incolumità dei lavoratori che ogni giorno sono vittime di aggressioni fisiche e verbali da parte dei passeggeri».

La notizia della presunta aggressione ha avuto un enorme risalto, anche a livello nazionale. L’ex governatore Ugo Cappellacci ha detto che «se dovesse essere confermata si imporrebbe uno stop agli sbarchi. Questa non è più accoglienza, è un'immigrazione senza criteri e senza controlli».

Per il capogruppo della Lega, Massimiliano Fedriga, «la situazione è insostenibile ma i colpevoli non sono solo chi concretamente ha commesso questi i reati, ma anche chi ha favorito l'invasione». Secondo Giorgia Meloni, presidente di FdI, «l'Italia è fuori controllo e lo Stato non riesce più a garantire i livelli minimi di sicurezza». Stesso concetto espresso anche dall’ex ministro forzista, Mariastella Gelmini.

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