La Nuova Sardegna

Fi: scelta sbagliata. Pd: ora la verità sui conti

Fi: scelta sbagliata. Pd: ora la verità sui conti

Spaccatura tra maggioranza e opposizione sulle responsabilità del caos nell’associazione

02 agosto 2018
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CAGLIARI. Sulla vertenza Aias la battaglia fra i partiti è stata sempre feroce e anche i sindacati, divisi fra confederali e autonomi, se le sono date spesso di santa ragione. È stato così in passato e nulla è cambiato in questi ultimi anni. Anzi, è riaccaduto anche ieri. Dopo che la notizia della disdetta della convenzione da parte dell’Ats è diventata ufficiale, s’è scatenato il finimondo dappertutto. Con in testa il deputato Ugo Cappellacci e subito dopo altri consiglieri regionali di Forza Italia, il centrodestra ha denunciato: «Siamo di fronte a una scelta sconsiderata e pericolosa della Regione. Con una decisione unilaterale, l’Asl unica ha messo a repentaglio, in un colpo solo, l’assistenza finora garantiti ai pazienti e il futuro di oltre 1.200 lavoratori». Dello stesso tenore sono state le dichiarazioni di Fratelli d’Italia e dell’Udc: «È stato superato ogni limite ormai siamo ben oltre l’emergenza». Quasi tutti il centrosinistra ha fatto invece quadrato intorno alla decisione della Regione. La sintesi, portata avanti soprattutto dal Pd, è questa: «Non esiste nessun legame tra vecchi crediti e i mancati stipendi. La verità è l’Aais ha ricevuto con puntualità i pagamenti della spesa corrente e con quei soldi avrebbe dovuto far fronte ai pagamenti. A questo punto, siamo noi i primi a chiedere un’operazione verità sui conti dell’Aias, per smascherare quelli che sono solo degli alibi». Anche fra i sindacati la spaccatura è netta. Gli autonomi, dalla Confederazione sarda al Comitato spontaneo dei dipendenti, con l’Associazione hanno continuato a trattare anche in questi mesi difficili. Per loro quasi tutta la responsabilità della crisi è della Regione: «I pagamenti in ritardo – hanno detto più volte – sono all’origine di tutto. Solo per questo l’Aias è entrata in difficoltà prima e oggi non ha liquidità necessaria».

Per Cgil, Cisl e Uil invece le colpe sarebbero tutte dell’azienda: «Il gravissimo ritardo nel pagamento degli stipendi e le difficili condizioni di lavoro – hanno scritto in un documento – sono riconducibili solo alla gestione interna da parte degli amministratori». Dopo aver ricordato le tensioni sindacali del passato, sfociate anche in licenziamenti in tronco per «un’evidente ritorsione da parte dell’azienda», secondo Cgil, Cisl e Uil «ora la Regione e l’Ats sono investite della responsabilità di trovare le migliori soluzioni possibili per garantire l’assistenza e i posti di lavoro, ma devono anche cominciare a guardarsi attorno e ragionare su come un domani possa essere superato l’attuale regime di quasi monopolio». (ua)

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