La Nuova Sardegna

Il centrodestra ora ha i magnifici sette

Il centrodestra ora ha i magnifici sette

Anche i Riformatori annunciano un loro candidato governatore, e l’isola potrebbe andare a Fi

31 ottobre 2018
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CAGLIARI. Il centrodestra comincia ad avere una folla di possibili candidati presidenti per le elezioni regionali. La Lega può scegliere fra almeno tre nomi: Christian Solinas, Ines Pisano e Angelo Binaghi, ma dalla segreteria del Carroccio rimbalza anche una quarta misteriosa ipotesi su cui starebbe lavorando da giorni il segretario Matteo Salvini. Forza Italia, dal canto suo, potrebbe giocare presto sia la carta dell’eurodeputato Salvatore Cicu sia quella dell’emergente Stefano Tunis. Poi ci sono i Fratelli di Italia, che hanno proposto il capogruppo Paolo Truzzu e infine ora anche i Riformatori hanno fatto sapere di avere un loro nome. «Lo proporremo – ha confermato il coordinatore Pietrino Fois – al prossimo tavolo della coalizione». Tirate le somme, in pochi giorni il numero dei papabili, è lievitato fino ad arrivare a quota sette. Chi vincerà la corsa finale? I candidati della Lega, in particolare il senatore sardista Christian Solinas, continuano ad avere le maggiori chance, ma in queste ore anche Forza Italia ha ripreso coraggio. È successo dopo che da Roma è arrivata la conferma di una riapertura dei giochi intorno alla mappa delle candidature nelle quattro regioni al voto il prossimo anno: Sardegna, Piemonte Basilicata e Abruzzo. Una delle tante indiscrezioni che rimbalzano dalla Capitale è questa: fra la Lega e Forza Italia sarebbe in corso un confronto per un possibile scambio alla pari fra la Sardegna (finora assegnata al Carroccio) e il Piemonte, che gli Azzurri sarebbero pronti a cedere a Salvini. È una trattativa in evoluzione e le prossime settimane saranno decisive.

Primarie. A proporle sono i Riformatori. «Circolano tante indiscrezioni – ha detto il coordinatore Fois – e credo che i partiti abbiano il diritto di sapere il nome prima che il leader della Lega o chi per lui l’annunci ufficialmente». Quindi, secondo i Riformatori, è indispensabile che «prima di qualunque investitura ci sia un passaggio al tavolo del centrodestra, fermo restando che se non ci dovesse essere condivisione sul nome proposto, noi chiederemo le primarie di coalizione».

Mostrare i muscoli. Al di là delle voci romane, la Lega ha già messo in moto la macchina elettorale. In attesa del tour di Salvini in Sardegna, sarà a metà novembre e durerà almeno due giorni, venerdì il coordinatore regionale Eugenio Zoffili ha organizzato un convegno a Nuoro con Claudio Borghi. Oltre a essere deputato e presidente della commissione bilancio della Camera, Borghi è considerato da tutti il primo consigliere economico di Salvini ed è stato sempre lui a scrivere gran parte del contratto di governo fra la Lega e i Cinque stelle. A parte l’ospite, è chiaro che i leghisti sembrano decisi a caratterizzare la loro marcia elettorale con una forte presenza nelle zone interne. Dopo l’avvio qualche settimana fa del tour #tralagente, in Barbagia, e il convegno di venerdì, è sicuro che quando Salvini arriverà in Sardegna una delle tappe sarà Nuoro.

Coalizione più larga. Anche il tavolo del centrodestra è sempre più affollato. Dopo Lega, Psd’Az, Forza Italia, Udc, Riformatori ed Fdi, un mese fa c’è stato l’ingresso dell’Uds. Nella prossima riunione, prevista a metà novembre, dovrebbero essere invitati anche Energie per l’Italia, «Noi ci consideriamo già parte della coalizione e porteremo il nostro contributo d’idee», fa sapere il coordinatore Tore Piana, e Sardegna Venti.20, il movimento fondato da Stefano Tunis. Presto della coalizione dovrebbe entrare a far parte anche un movimento capeggiato da alcuni sindaci di centrodestra, con in testa quello di Castelsardo, Franco Cuccureddu. Invece, non sarebbero state ancora avviate le trattative con Fortza Paris: «Per ora sparano nomi di candidati peggio dei fuochi d’artificio e questa fiera a noi non interessa», ha scritto Gianfranco Scalas, il ondatore del movimento.

I due candidati. Un primo confronto c’è stato fra Tunis (Fi) e Truzzu (Fdi). In un faccia, hanno detto uno dopo l’altro «Da qualunque parti si guardi la coalizione, è evidente la necessità di una guida giovane e lontana dai vecchi modi di fare politica», il primo. Poi Truzzu ha aggiunto: «Il centrodestra di oggi dev’essere ben altra cosa rispetto a quello di cinque anni fa e chi non l’ha capito è fuori dalla storia». (ua)

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