La Nuova Sardegna

Fondi ai gruppi, estinto il reato della Lombardo

L’ex presidente del Consiglio regionale esce indenne dall’inchiesta, presto stessa sorte per Sanciu

10 novembre 2018
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CAGLIARI. Si discute di prescrizione ed ecco che ne arriva una eccellente: l’ex presidente del consiglio regionale Claudia Lombardo esce indenne dal processo per i fondi ai gruppi, il reato di peculato di cui la Procura l’accusava per via di un assegno ingiustificato da 1500 euro risulta prescritto fin dal 7 dicembre dell’anno scorso perché il fatto al centro dell’inchiesta giudiziaria risale al 2005. A chiedere il non luogo a procedere per estinzione del reato è stato prima il difensore Riccardo Floris, in apertura d’udienza davanti al tribunale. Subito dopo si è associato all’istanza e l’ha formalizzata il pm Marco Cocco. Il presidente Giovanni Massidda, che era già informato, ha disposto lo stralcio della posizione dell’ex onorevole e alle 13.30 ha dichiarato la prescrizione. È il secondo caso di reato estinto in questa tranche del procedimento: il 26 settembre 2017 il gup Gabriella Muscas aveva fermato per le stesse ragioni il processo nei confronti dell’ex assessore Nicolò Rassu.

Per ora restano in piedi le imputazioni contestate a Fedele Sanciu e Mariano Contu, ma già quella che riguarda l’ex presidente dell’Autorità portuale di Olbia è prossima alla prescrizione: dei due capi d’imputazione a suo carico uno risulta già estinto e l’altro lo sarà nel 2019. La sola posizione da considerarsi in bilico è quella di Contu: i fatti che lo riguardano coprono l’arco dell’intera legislatura, dal 2004 al 2009. Quindi la prescrizione è lontana. L’altra differenza è legata alla somma di denaro al centro del procedimento: se per gli altri consiglieri si tratta di cifre irrisorie, l’ex assessore all’agricoltura deve spiegare dove sono andati a finire un milione e 636 mila euro. Contu - difeso dall'avvocato Massimo Delogu - fra il 30 settembre 2004 e il 4 maggio 2009 svolgeva le funzioni di tesoriere-amministratore del gruppo forzista e per questo deve rispondere sia del denaro speso direttamente che di quello finito nelle tasche dei colleghi berlusconiani. Il magistrato ha fatto il conto delle spese da giustificare "per mancanza di documentazione": sono 418 mila euro, che nessuno sa dove siano finiti. La somma contestata a Sanciu è invece minima: si tratta di 6069 euro che risultano finiti nel suo conto tra novembre 2004 e ottobre 2006.

Ma la figura di spicco in questa parte del procedimento era quella di Claudia Lombardo: soprannominata miss Vitalizio sui giornali nazionali e nei programmi televisivi d’inchiesta, che seguirono il suo caso con grande attenzione, l’esponente di Forza Italia è stata appena pochi giorni fa citata dal vicepremier Luigi Di Maio come esempio negativo record nel campo dei privilegi riservati alla politica: grazie a una norma regionale successivamente abrogata, la Lombardo ha potuto infatti lasciare il consiglio regionale con un assegno netto di 5100 euro al mese, che l’ha portata al vertice della graduatoria dei più giovani beneficati dal vitalizio pubblico. Alla stessa Lombardo però va attribuito il merito politico di aver fatto cancellare, sotto la sua presidenza, i fondi che il Consiglio destinava all’attività dei gruppi e che invece, come hanno dimostrato i processi, finivano in gran parte nelle tasche degli onorevoli. (m.l)

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