La Nuova Sardegna

[NERO]DAL MESSICO A CALAIS, I NUOVI MURI

[NERO]DAL MESSICO A CALAIS, I NUOVI MURI

alla frontiera tra gli Usa e il Messico a quella tra Israele e Cisgiordania, dalle reti anti-immigrati in Europa alla Linea Verde di Cipro, per finire al 38/o parallelo tra le due Coree. I muri - o...

08 novembre 2019
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alla frontiera tra gli Usa e il Messico a quella tra Israele e Cisgiordania, dalle reti anti-immigrati in Europa alla Linea Verde di Cipro, per finire al 38/o parallelo tra le due Coree. I muri - o le barriere impenetrabili che si definiscono tali - sono ancora molti nel mondo, e continuano ad essere alzati, 30 anni dopo la caduta di quello di Berlino.

Il termine muro non è usato solo in senso letterale. Anche quello di Berlino, del resto, per lunghi tratti alla periferia della città era semplicemente una rete metallica sorvegliata dalle torrette dei Vopos. La parola viene comunemente impiegata per tutte le linee di controllo invalicabili realizzate sì con tratti di cemento, o di metallo, ma anche con barriere di diverso tipo, fossati, apparecchiature per la sorveglianza elettronica. E' il caso della Linea Verde fra la parte greca e quella turca di Cipro, o la Zona smilitarizzata tra la Corea del Nord e quella del Sud, dove si aggiungono centinaia di migliaia di mine antiuomo disseminate lungo i 250 chilometri di confine.

I muri sono spesso anche argomento di propaganda, e lo dimostra la vicenda di quello al confine con il Messico che il presidente americano Donald Trump ha annunciato di volere costruire fin da quando, in campagna elettorale, affermò che ne avrebbe fatto pagare il costo al Paese confinante. In realtà proprio la questione dei finanziamenti ha finora impedito che il progetto lungo i 3.145 chilometri della frontiera avanzasse. Inoltre, la barriera è già stata costruita sotto le presidenze dei predecessori di Trump su 1.044 chilometri, grazie ad una legge approvata dal Congresso con una schiacciante maggioranza fin dal 2006. La montagna di polemiche ha finora partorito solo il topolino rappresentato da opere di sostituzione e riparazioni di strutture già esistenti.

Per far fronte all'immigrazione illegale barriere di vario genere sono state costruite già in sei Paesi dell'Europa centro-orientale, a partire dall'Ungheria. Mentre i controlli severi alle frontiere sono stati reintrodotti anche da Paesi Schengen che hanno sempre voluto accreditarsi tra i più accoglienti, come la Svezia. Quando si tratta di immigrazione, del resto, è difficile trovare uno Stato Ue in condizione di scagliare la prima pietra. E' il caso della Francia, che insieme con la Gran Bretagna sta costruendo un muro dal costo di 20 milioni di euro per impedire ai disperati ammassati nella «Giungla di Calais» di dirigersi verso il Regno Unito.

Sono molti anche i Paesi che hanno costruito o stanno costruendo barriere per difendersi dal pericolo di attacchi terroristici. Da quello realizzato da Israele al confine con i territori palestinesi della Cisgiordania allo scoppio della Seconda Intifada, nei primi anni 2000, per abbattere il numero degli attentati suicidi sul territorio israeliano. Ma che è stato condannato a livello internazionale perché entra in gran parte nel territorio palestinese isolando migliaia di residenti.

Tratti di cemento, profondi fossati e torrette di sorveglianza segnano anche gran parte dei confini dell'Iran con l'Afghanistan e il Pakistan, per un totale di 1.870 chilometri, per prevenire le infiltrazioni di miliziani jihadisti e trafficanti di droga. Analoghe barriere sono state costruite dal Pakistan lungo i 2.640 chilometri del confine con l'Afghanistan. Lo stesso sta facendo la Turchia lungo gli 828 chilometri della sua frontiera con la Siria. Mentre sui 3.323 chilometri tra l'India e il Pakistan le autorità di New Delhi stanno realizzando barriere «intelligenti» con tecnologia laser. Una precauzione oltre ai 150.000 riflettori installati su 50.000 lampioni che di notte illuminano a giorno la linea di confine rendendola visibile dallo spazio.

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