La Nuova Sardegna

Roma orfana dei Sassarini: la Raggi chiama la Brigata

di Gianni Bazzoni
Roma orfana dei Sassarini: la Raggi chiama la Brigata

Dopo la missione terminata a giugno la sindaca è pronta a chiedere il bis per l'Operazione strade sicure

10 novembre 2019
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SASSARI. La Brigata Sassari ha lasciato Roma verso la fine di giugno. Sono trascorsi circa cinque mesi e la presenza dei militari viene ora chiesta a gran voce, non solo dai residenti ma direttamente dalla sindaca Virginia Raggi che porterà la richiesta nella prossima riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e chiederà alla prefetta Gerarda Pantalone di attivarsi con il governo nazionale per un incremento della presenza dei militari a Roma.

Una notizia che ha già fatto il giro del mondo se è vero che anche il Times ha dedicato un servizio specifico alla proposta rimbalzata dal Campidoglio, con riferimento non solo all’iniziativa della Raggi ma anche alle dichiarazioni di Marco Cardilli - delegato per la Sicurezza - che ha detto: «I soldati della Brigata Sassari che nei mesi scorsi sono stati inviati per proteggere i campi rom dagli attacchi incendiari, potrebbero essere ridistribuiti per garantire la sicurezza pubblica».

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Una esigenza manifestata chiaramente - ai massimi livelli - di maggiori controlli. E la sindaca Virginia Raggi lo ha già detto più volte, in occasioni diverse: «I posti di controllo fissi gestiti dai militari aiutano a migliorare la percezione della sicurezza da parte dei cittadini».

Ma la Raggi è stata anche più esplicita, ha detto di avere sollecitato l’invio dell’esercito a Roma per contrastare lo spaccio di droga nella zona sud-est della città. Una esigenza diventata ancora più urgente dopo l’escalation di fatti di cronaca legati in qualche modo al traffico di sostanze stupefacenti: per la sesta volta la sindaca ha invocato l’intervento dei militari della Brigata Sassari per combattere e controllare le piazze dei pusher in periferia.

L’idea della Raggi è dunque quella di replicare la missione “Strade sicure” (avviata ormai dal 2008 dal governo Berlusconi, quando era sindaco Gianni Alemanno) e con la vigilanza dei campi rom dove si registrava il fenomeno preoccupante dei roghi tossici.

L’operazione non è semplice, anche perchè il primo passo dovrebbe essere quello di chiedere al governo nazionale un aumento consistente delle risorse assegnate alla Capitale proprio per il progetto “Strade sicure”. La proposta del Campidoglio è quella di destinare i militari per il potenziamento della sorveglianza nelle aree più sensibili e critiche sotto il profilo della sicurezza. In sintesi una parte delle oltre 100 piazze dello spaccio che sono state censite nel dal dossier sulle mafie della Regione Lazio e che riguardano specificamente la Capitale.

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La “chiamata” della Brigata Sassari ha assunto toni ancora più decisi dopo gli ultimi gravi fatti di cronaca che hanno avuto la droga come filo conduttore. A cominciare dall’omicidio di Luca Sacchi, il personal trainer di 24 anni ucciso il 23 ottobre nel quartiere Appio Latino da due pusher che sarebbero legati alla mala di San Basilio e Tor Bella Monaca. Ma anche le ultime rapine (quella al tabaccaio cinese di Cinecittà) avevano fatto emergere reati di spaccio di droga nella lista dei precedenti dei due banditi coinvolti (uno dei quali era rimasto ucciso). Infine l’attacco incendiario alla caffetteria-libreria “La Pecora elettrica” (la notte del 5 novembre a Centocelle): una vicenda dietro la quale ci sarebbe una ritorsione dei venditori di droga della zona.

Dopo cinque mesi a Roma, dunque, la Brigata “Sassari” potrebbe tornare a grande richiesta. Al momento i “Sassarini” non hanno ricevuto comunicazioni ufficiali. Anche se è arrivata l’eco del gradimento e dell’ottimo ricordo lasciato durante i 5 mesi di missione nella Capitale. Un lavoro silenzioso e preciso, senza proclami, caratterizzato da un alto livello di professionalità. Non solo vigilanza armata e controllo delle piazze dello spaccio, ma anche presidi sociali semplici, interventi tempestivi per bloccare spacciatori e rapinatori, per dare una mano a vecchiette che li hanno ricompensati con una carezza e con un grazie.

La Brigata aveva poi ceduto la guida del raggruppamento “Lazio Abruzzo” agli alpini della brigata “Julia”. Il passaggio di consegne tra il comandante della brigata “Sassari”, il generale Andrea Di Stasio, e il comandante della brigata “Julia”, il generale Alberto Vezzoli, era avvenuto il 20 giugno nella caserma “Gandin”, quartier generale del raggruppamento. L’operato della Brigata Sassari, caratterizzato da un costante aumento delle attività dinamiche e dal controllo dell’area del campo nomadi di via Salviati, era stato elogiato dal comandante delle forze operative sud, generale di corpo d’armata Rosario Castellano. «A Roma, piazza particolarmente impegnativa, sono stati conseguiti risultati di assoluto spessore», ha affermato il generale Castellano.
 

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