La Nuova Sardegna

Cabras, ritorno al passato sulla nave punica in rotta verso il Sinis

Piero Marongiu
Cabras, ritorno al passato sulla nave punica in rotta verso il Sinis

Debutta il sistema di realtà aumentata dedicato ai visitatori. I responsabili: «Grazie al 3D sarà come essere a bordo»

17 novembre 2019
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CABRAS. Da domani 16 novembre il Museo civico cabrarese si doterà di due totem che, attraverso la ricostruzione virtuale in 3D, offriranno ai visitatori la possibilità di sperimentare l’emozione di stare a bordo di una nave punica in rotta verso la penisola del Sinis. Un viaggio a ritroso nel tempo di circa 2500 anni, che consentirà, a chi ne farà esperienza, di provare, grazie alla realtà aumentata fornita da un visore, la tensione di chi affrontava il mare su quel tipo di imbarcazione.

Il progetto messo a punto in circa due anni di lavoro da una gruppo composto da tre aziende sarde, finanziato dalla Regione attraverso il bando Cultur Lab 2017, vinto dalla cooperativa Penisola del Sinis, è stato presentato ieri mattina dal presidente della cooperativa Roberto Carrus, dalla vice presidente Daniela Coa, dalla direttrice del Museo Carla Del Vais e dal sindaco Andrea Abis. «Il connubio tra archeologia e innovazione tecnologica – si è detto – ha prodotto un risultato di grande impatto, che, costituirà un nuovo importante elemento di richiamo per i visitatori del Museo». L’utilizzo delle tecnologie multimediali, dopo la presentazione di un dispositivo per la realtà aumentata messo a punto dai tecnici dell’Università di Bologna lo scorso anno, si arricchisce ulteriormente, potenziando l’offerta, per la collettività, di fruire dell’enorme patrimonio culturale presente nel museo cabrarese. «Chi usufruirà dei nuovi dispositivi in 3D – spiega Daniela Coa, vice presidente della cooperativa Penisola del Sinis – avrà l’impressione di trovarsi realmente a bordo di una nave punica, sentirsi parte dell’equipaggio, condividerne pericoli e attività. Potrà guardare i vari ambienti della nave, esaminare la disposizione del carico che trasporta, osservare le derrate alimentari o le ceramiche imbarcate che saranno commerciate negli empori della costa del Sinis». L’utente verrà calato totalmente all’interno dell’imbarcazione, e potrà addirittura provare la sensazione data del beccheggio prodotto alla nave dal movimento delle onde. «Il progetto, costato circa 150 mila euro – continua Daniela Coa –, è stato realizzato grazie alla possibilità offerta alle cooperative dalla Regione attraverso un bando europeo del 2017, che intendeva premiare progetti di sviluppo dei programmi innovativi. Il nostro è stato valutato positivamente, ha ottenuto il punteggio più alto, e quindi finanziato».

Per la parte scientifica la cooperativa si è avvalsa della consulenza di Anna Chiara Fariselli, dell’Università di Bologna, e Stefano Medas, direttore dell’istituto Italiano di Archeologia Navale di Venezia. «Non si tratta di un semplice sistema di visore 3D – spiega Carla Del Vais – perché, avvalendosi della tecnologia di ultimissima generazione – quella utilizzata per i videogiochi, per intenderci –, ricostruisce la nave e tutto quello che trasporta, nel pieno rispetto della documentazione archeologica di quel periodo». «Questa è un’opportunità importante per avvicinare il pubblico alla nostra realtà culturale», ha detto in conclusione Andrea Abis.
 

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