La Nuova Sardegna

Gli ambientalisti contro la nuova legge urbanistica sarda

Gli ambientalisti contro la nuova legge urbanistica sarda

Appello di Wwf e Italia Nostra: «Quella proposta compromette il paesaggio e la biodiversità»

01 marzo 2020
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CAGLIARI. Wwf e Italia Nostra si schierano contro la proposta di disegno di legge della Giunta in materia urbanistica: per le due associazioni si tratta di “una deregulation generalizzata priva di pianificazione urbanistica che comprometterebbe il paesaggio, la qualità rurale e la biodiversità degli habitat”.

«La Sardegna ha bisogno di una legge urbanistica e di un’estensione del Ppr all'intero territorio dell'isola che siano in grado di mantenere la tutela della fascia costiera mettendo in sinergia le città costiere, le zone interne e le aree agricole – osservano Carmelo Spada di Wwf e Graziano Bullegas di Italia Nostra –. Il Ddl urbanistica della Giunta, in soli 21 articoli, demolisce le procedure di pianificazione e i sistemi di tutela nazionali e regionali vigenti. Nella fascia costiera sono consentiti incrementi volumetrici in tutte le categorie residenziali, innalzando l'incremento volumetrico fino al 25 per cento. Nelle zone F turistiche, oscillano tra il 20 e il 30 per cento in funzione della vicinanza alla linea di battigia». Agli ambientalisti non piacciono neppure gli “interventi edificatori” che verrebbero consentiti nelle zone agricole. «L'applicazione di un simile Ddl – affermano ancora Wwf e Italia Nostra – porterebbe a risultati imprevedibili sulla quantificazione dei milioni di metri cubi che potrebbero realizzarsi in tutto il territorio regionale e prevedibili sull'inutile consumo di suolo. Infatti in Sardegna si costruisce troppo seppure non serva, lo testimoniano mezzo milione di case inutilizzate. I danni del consumo del suolo sono diretti e indiretti – concludono i responsabili di Italia Nostera e del Wwf Bullegas e Spada – ma espongono ulteriormente l'isola al rischio di dissesto idrogeologico, influiscono negativamente sulle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici e contenimento dei fenomeni che causano la perdita di biodiversità». La bocciatura, dunque, è secca e senza possibilità di appello.

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