La Nuova Sardegna

Coronavirus, Solinas: basta tagli, più risorse alla sanità

Silvia Sanna
Coronavirus, Solinas: basta tagli, più risorse alla sanità

Il presidente della Regione illustra alla Nuova i dettagli della riforma. «L'emergenza ci ha insegnato che non bisogna mai farsi cogliere impreparati»

17 maggio 2020
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SASSARI. Il primo insegnamento che ci lasciano due mesi di paura e di lockdown è che bisogna essere pronti ad affrontare le emergenze. Tutte le emergenze, anche quelle contro un nemico invisibile come il Covid-19. E per farlo servono strutture e soprattutto persone. «Serve una sanità forte e presente nei territori, vicina alle esigenze di una popolazione sempre più adulta alla quale è fondamentale dare risposte rapide ed efficaci. Noi puntiamo a questo con la riforma sanitaria, vogliamo garantire un tipo di assistenza più utile e più vicina ai bisogni reali dei cittadini». Il governatore Christian Solinas ha parlato della sanità post Covid nel forum in videoconferenza organizzato dalla Nuova: sollecitato dalle domande dei giornalisti ha illustrato il suo modello di sanità, a partire dal potenziamento della medicina territoriale e degli investimenti nella prevenzione e una forte spinta all'innovazione tecnologica. Ma non c'è solo questo: lo tsunami coronavirus ha insegnato quanto sia importante avere una rete ospedaliera ramificata, con piccoli ospedali e presìdi in grado di garantire - come accaduto negli ultimi due mesi - un supporto insostituibile. «Questa esperienza - dice Solinas - conferma quanto sia insensata la politica dei tagli indiscriminati nella sanità. Al contrario, è necessario spalmare l'offerta garantendo diverse specialità in tutto il territorio regionale». E poi gli organici: basta a medici e infermieri con il contagocce, la storia recente insegna quanto sia cruciale, soprattutto nei momenti più critici, poter contare sulla loro competenza. E se il personale sanitario è stato fondamentale per affrontare il periodo più buio, lo sarà altrettanto nella fase 2, quando la macchina sanitaria dell'isola dovrà fare i conti con tutto ciò che a causa del Covid è rimasto indietro. Le liste d'attesa, già lunghe, sono diventate chilometriche. «E ora occorre una terapia d'urto per abbatterle prima possibile», dice il governatore Solinas.

La riforma sanitaria. È stata approvata dalla giunta diversi mesi fa e il suo iter si è fermato a causa del Covid che ha paralizzato l'attività delle commissioni e del consiglio regionale. Di riforma sanitaria si è ricominciato a parlare qualche giorno fa durante la seduta della commissione: è stato evidenziata la necessità di recuperare il tempo perduto e di fare ripartire a breve tutti i servizi, restituendo piena funzionalità al sistema degli ospedali. «La riforma sanitaria - spiega Solinas - farà da cornice a tutto questo - si parte dalla riorganizzazione degli assetti, cioé la governance e la divisione nelle Asl, per arrivare alle articolazioni successive: la medicina territoriale innanzitutto e subito dopo la rete ospedaliera. Il sistema sanitario che immagino e che voglio realizzare non parte da una visione ospedalocentrica ma dai servizi e cure di prossimità, vicini al cittadino, sino alla domiciliarizzazione: è impensabile che i nostri anziani debbano spostarsi dai loro paesi per ricevere servizi semplici che possono ottenere nelle farmacie o direttamente a casa. Per questo - aggiunge Solinas - mi sento di dire che l'esperienza emergenziale vissuta con il Covid-19 non inciderà sulla cornice della riforma su quello che ne discenderà, a iniziare dai posti letto».

Le terapie intensive. Le previsioni peggiori non si sono avverate: se si confrontano i dati con quelli di altre Regioni l'isola è stata appena sfiorata dalla circolazione del virus. «Se si esclude il caso Sassari possiamo dire di essere stati molto fortunati», commenta Solinas. Che poi aggiunge: anche nel Nord Sardegna i focolai sono rimasti circoscritti in zone chiuse e ambìti specifici, non c'è stata una diffusione a livello regionale tale da creare particolari criticità». Se le cose fossero andate diversamente, il sistema sanitario sardo avrebbe pagato per la sua fragilità. «Questi mesi ci insegnano quanto sia importante avere un numero adeguato di posti letto nelle terapie intensive - dice il governatore - perché quello di partenza che abbiamo potenziato era assolutamente insufficiente per affrontare una situazione dall'evoluzione imprevedibile. Ed è emersa in tutta evidenza la necessità di investire nella strumentazione, penso ai ventilatori meccanici, come nei laboratori di igiene e di prevenzione dell'Ats: è necessario potenziare le risorse per garantire una capillare attività di sorveglianza.

Liste d'attesa. I tempi di attesa per le prestazioni specialistiche, alcune in particolare, erano già molto lunghi: un anno per una mammografia, dai 6 agli 8 mesi per una visita cardiologica. C'era un piano in campo per abbattere le liste d'attesa che il Covid ha messo in freezer. «E ora la situazione è peggiorata moltissimo - dice Christian Solinas - è necessario mettersi subito in moto per ripartire dal punto esatto in cui si siamo fermati. Tutte le altre patologie non sono scomparse, controlli, visite ambulatoriali e specialistiche e gli interventi chirurgici devono essere calendarizzati. Tutte le strutture sono già al lavoro. Sarà una fase 2 anche per la sanità, serviranno un grande sforzo da parte di tutti e ottime capacità organizzative. La riforma sanitaria e le successive articolazioni nel territorio dovranno puntare verso questo obiettivo: dare risposte rapide ai cittadini senza lasciare indietro nessuno».

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