La Nuova Sardegna

Maxi raduno a Palmadula interrotto dalla Forestale

di Gianni Bazzoni
Maxi raduno a Palmadula interrotto dalla Forestale

In centinaia al pic-nic complottista dei cittadini del “Regno sovrano di Gaia” Sanzionate 63 persone, rischiano la denuncia ma insistono: «Il virus non esiste»

27 aprile 2021
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SASSARI. Tutti senza mascherina, nelle campagne di Palmadula (parco Lu Cantaru) si sono ritagliati uno spazio dove fare festa anche con i bambini. Secondo loro al di fuori dello Stato italiano (che ovviamente manco riconoscono loro che hanno proclamato la propria sovranità, rivendicano il diritto a esercitare il libero arbitrio, e dunque disconoscono qualunque emanazione della Repubblica, autorità, tribunali compresi). La nuova specialità dei “Gaia” è che il virus Sars Cov 2 non esiste e che, anzi, è solo una invenzione delle grandi multinazionali del settore farmaceutico. Negazionisti in trasferta, radunati con un manifesto-invito riservato per una festa di “auto liberazione”. Una giornata al modico costo di 3 euro (i bambini gratis). Alla fine quelli identificati (63) sono stati tutti sanzionati per violazioni alle norme anti Covid. Ma rischiano anche l’incriminazione sulla base dell’articolo 452 del Codice penale: “Delitti colposi contro la salute pubblica”, che persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica.

Due comunità insieme (con parecchie presenze dalla zona del Cagliaritano): cittadini del “Regno sovrano di Gaia” e altri appartenenti alla “Repubblica de Sardinia”, tutti in comunione per il 25 aprile alternativo: tende e gazebo, canti, mostre, laboratori, massaggi, arrostita e escursione alla cascata. Gli agenti del Corpo Forestale e Vigilanza ambientale della Regione hanno avuto una segnalazione alla centrale operativa e sono andati a controllare che cosa stesse accadendo in quella distesa verde tra gli alberi a Palmadula, nella Nurra di Sassari. La pattuglia dei ranger ha scoperto la presenza di una settantina di auto (anche alcuni caravan) e un assembramento di circa 130 persone - bambini compresi - in una clima di festa. Considerata la dimensione del gruppo, e le possibili conseguenze sotto il profilo dell’ordine pubblico, nella zona sono state fatte confluire pattuglie del Corpo Forestale della stazioni di Ittiri, Castelsardo, Alghero, Asinara, Porto Torres e il Nucleo investigativo di polizia forestale. La situazione è stata segnalata alla Prefettura di Sassari. Di fronte alle richieste degli agenti, la stragrande maggioranza delle persone ha rifiutato di fornire le generalità e di esibire documenti di identità. E quasi tutti i presenti hanno dichiarato di essere cittadini del “Regno sovrano di Gaia” o della “Repubblica de Sardinia”. «Siamo soggetti liberi – hanno dichiarato – e non apparteniamo allo Stato italiano». Da qui la loro linea di “libertà” e il non riconoscimento delle leggi, comprese le norme di divieto imposte in materia di Covid. E per questo - sempre stando alle loro dichiarazioni - hanno deciso di incontrarsi e fare festa all’aria aperta in campagna, a Palmadula. Con grande sorpresa anche della piccola comunità residente nella frazione della Nurra sassarese. Di fronte alle insistenze degli agenti della polizia forestale, alla fine c’è stato anche chi ha esibito documenti di identità fatti in casa, gli altri hanno continuato con un atteggiamento assolutamente non collaborativo.

Considerata la situazione potenzialmente “esplosiva” per l’ordine pubblico, a Palmadula sono arrivati anche il Capo dell’Ispettorato Forestale di Sassari Giancarlo Muntoni, e il responsabile del settore della vigilanza, il Commissario capo Antonio Sanna. «Quello che ci siamo trovati davanti non era il semplice spuntino fra quattro amici – ha sottolineato Muntoni – ma un numerosissimo e pericoloso assembramento di persone, oltre un centinaio, compresi tanti bambini, in totale dispregio delle norme anti-Covid. Persone incoscienti e tutte riottose a ridurre i rischi di contagiarsi e contagiare anche gli altri, compresi i colleghi Forestali intervenuti per fare il loro lavoro».

Al di là delle sanzioni amministrative, ora la Forestale valuta gli aspetti penali. «Per alcuni dei presenti al mega raduno – ha concluso Muntoni - potrebbe configurarsi una ipotesi più grave, il delitto colposo contro la salute pubblica. La responsabilità di chi attua condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica».

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