La Nuova Sardegna

Con l’aumento dei contagi pronto soccorso in tilt

di Roberto Petretto
Con l’aumento dei contagi pronto soccorso in tilt

Le associazioni di volontariato: «Attese interminabili, situazione esplosiva»

19 agosto 2021
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. La buona notizia è che la Sardegna è rientrata entro i parametri di sicurezza previsti per la permanenza in zona bianca, quantomeno per ciò che riguarda le ospedalizzazioni. Poi c’è una lunga serie di brutte notizie. Innanzitutto altri morti: cinque in un solo giorno, dopo gli otto di ieri. Di questi, tre avevano meno di 62 anni. Poi c’è la situazione degli ospedali: è vero che il parametro dei ricoveri in terapia intensiva è sceso sotto il livello di guardia del 10 per cento (ieri era al 9 e, dal momento che non ci sono stati nuovi ricoveri, il dato è rimasto immutato), ma è altrettanto vero che continuano a crescere le ospedalizzazioni in area medica.

Entro i limiti. Ieri ce ne sono state altre 7 e il totale è così cresciuto a 165. Siamo ancora distanti dal limite di 240, ma il trend non accenna a rallentare e questo stato di cose ha infatti indotto le autorità sanitarie sarde a prevedere un potenziamento dell’offerta di posti letto. Mossa che sta tentando, in extremis, anche la Regione Sicilia, che dal punto di vista del rischio zona gialla è messa peggio di noi. Domani ci sarà la riunione del Comitato tecnico scientifico per la valutazione della situazione post Ferragosto. La Sardegna non corre rischi di declassamento, ma il problema più urgente al momento è un altro. L’aumento di ricoveri e quindi di pressione sugli ospedali nel medio termine può avere conseguenze sulla classificazione dell’isola, ma sull’immediato ha ripercussioni sulla vita delle persone. Lo sanno bene le donne e gli uomini che in questi giorni si son rivolti o si stanno rivolgendo ai pronto soccorso di diversi ospedali sardi. Attese snervanti, spesso sotto il sole rovente, proteste e tensione.

Disagi nei pronto soccorso. Di questo malumore si sono fatti portavoce i volontari del 118: «La situazione negli ospedali sta diventando sempre più esplosiva, nel disinteresse generale. Le ambulanze sostano per tantissime ore, davanti ai pronto soccorso, sotto il sole, senza nessun tipo di assistenza, senza l'opportunità di utilizzare servizi igienici. Condizioni disumane per pazienti e operatori». La situazione, denunciata da i delegati delle associazioni “Libere” di Sassari e Cagliari, Anpas, Misericordie, Cooperative Sociali di Sassari e Cagliari, è particolarmente grave nel Cagliaritano e nel sud Sardegna, zone maggiormente colpite dal contagio in questa fase della pandemia. Le associazioni sollecitano un incontro urgente con il presidente della Regione e con il vertice della Sanità in Sardegna minacciando «in assenza di qualsiasi riscontro, forme di protesta civile e l'eventuale ricorso alla magistratura».

«L'Ats non sembra si renda conto della gravità del problema, non abbozza soluzioni e lascia campo libero anche a infermieri e/o medici che, nei Pronto soccorso, inventano procedure o soluzioni estemporanee, che alimentano la confusione e la rabbia degli operatori e dei pazienti». Il documento delle associazioni contiene anche un atto d’accusa verso le forze politiche regionali: «A suo tempo coinvolte e informate, hanno dichiarato un generico impegno “ad affrontare la situazione”, senza, però, che nulla cambiasse».

Il bollettino. Intanto il contagio non si ferma: anche ieri il bollettino dell’Unità di crisi regionale ha 429 nuovi casi. Si tratta del risultato di 7.033 test. 171 nell'area metropolitana di Cagliari, 71 nel sud Sardegna, 71 in provincia di Sassari, 76 in quella di Nuoro, 40 a Oristano. La parte meridionale dell’isola rimane epicentro della nuova ondata, ma ieri i contagi sono aumentati sensibilmente un po’ dappertutto. 7.199 sono i casi di isolamento domiciliare (+12 rispetto al giorno prima).

Come detto immutati i ricoveri in terapia intensiva e in crescita di 7 in area medica.

Le vittime: due uomini di 57 e 78 anni residenti nella Provincia di Sassari, due donne di 55 e 62 residenti rispettivamente nella Provincia del Sud Sardegna e nella Città Metropolitana di Cagliari e infine un residente nella Provincia di Nuoro di cui la Regione non ha specificato l’età.

Il sud colpito. Il virus si diffonde nel sud Sardegna e i sindaci sono di nuovo di fronte all’emergenza. A Serrenti i nuovi casi sono stati 34 in pochi giorni e il sindaco Enrico Pusceddu ha disposto sino al 29 agosto in città ritorna il coprifuoco per bar e ristoranti, come anche per chioschi e paninoteche ambulanti, che dovranno abbassare le saracinesche dalle 23 alle 5 del mattino successivo. Il sindaco ha imposto anche l'obbligo dell'uso delle mascherine all'aperto per coloro che si trovano «in locali aperti al pubblico e laddove non sia possibile mantenere il distanziamento di almeno un metro». Nell'ordinanza anche il divieto di assembramenti nei luoghi pubblici, quali piazze, strade, parchi e all'esterno dei pubblici esercizi, lo stop a feste private e ad ogni forma di intrattenimento «nelle aree esterne di bar, pub, locali di pubblico spettacolo e simili». Nella settimana tra l’11 e il 17 agosto a Sadali ci sono stati 9 nuovi casi. Una situazione che ha indotto la sindaca Barbara Laconi a imporre per l'intero arco della giornata, «e fino a cessate esigenze», l'obbligo di usare le mascherine anche all'aperto. Stop agli eventi che non garantiscono il dovuto distanziamento e divieto di vendita con asporto dalle 22 alle 5 di bevande. Ma il contagio sembra salire verso nord: a Cabras i nuovi casi in una settimana sono stati 23: per ora nessuna restrizione supplementare, ma la Corsa degli Scalzi sembra destinata a essere annullata.

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative